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Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile. Che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba”, diceva Gino Strada. E anche nel nuovo assedio di Bibi Netanyahu nella Striscia di Gaza i numeri parlano da sé: circa 3200 morti dall’inizio della controffensiva israeliana, oltre 11mila feriti e più di un milione di sfollati (Fonte: Ministero della Sanità di Gaza).

Terrificanti le immagini dell'ospedale battista Al-Ahli Arabi nel centro di Gaza City bombardato ieri sera dall’aviazione israeliana provocando oltre 500 morti (secondo alcune stime i numeri sono più alti, ma difficili da verificare per le condizioni in cui sono ritrovati i cadaveri). Anche nel dibattito televisivo, così come nella politica, il tema dei civili spesso è un tabù. A rompere il “vaso di pandora” ieri sera sono stati due opinionisti, giornalisti e intellettuali del calibro di Alessandro Di Battista e Alessandro Orsini - intervenuti rispettivamente a “diMartedì” su La7 e “E’ sempre Carta Bianca” su Rete 4 - i quali hanno posto al centro dell’attenzione l’impatto sui civili di Gaza.

C’è un ricompattamento del mondo arabo contro l'ennesima strage compiuta dall'esercito israeliano che continua a bombardare e perpetrare un vero e proprio crimine contro l'umanità all'interno di un territorio grande un terzo del comune di Roma - ha detto Di Battista da Giovanni Floris -. Un'area in cui le persone sono impossibilitate a fuggire. Secondo le stime di ‘Save the Children’ in sei giorni di bombardamenti israeliani a Gaza sono morti oltre mille bambini, uno ogni 14 minuti. In questo studio la settimana scorsa si parlava del sacrosanto diritto di Israele di difendersi. Che cosa c'entra bombardare un ospedale con la legittima difesa? Cosa c'entra la legittima difesa con il bombardamento di strutture delle Nazioni Unite o con l'intimare ad un milione di persone, tra cui poveri, malati, bambini e anziani di lasciare le proprie case?”.


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Alessandro Orsini © Roberto Pisana


A me spaventa la pavidità di gran parte dei politici italiani che pur di non schierarsi contro dei crimini commessi da Israele tacciono - ha aggiunto -. Preferiscono sventolare le bandiere sui palazzi istituzionali”. Da sempre filopalestinese, l’ex leader M5Stelle ha fin da subito condannato l’operazione offensiva di Hamas che dallo scorso 7 ottobre ha ucciso 1400 israeliani. Questo, però, non gli impedisce di restare obiettivo quando si tratta di civili mantenendo saldi i principi di libertà dello Stato di Palestina. “Non capisco perché non abbiate il fegato di condannare questi eccidi come io ho condannato immediatamente l'attentato terroristico di Hamas - ha continuato l’ex politico rivolgendosi agli ospiti in studio, in primis al deputato di FI Giorgio Mulè -. Per quale motivo non avete speso in 17 anni una sola parola contro l'occupazione militare (di Israele, ndr), contro ciò che subisce la popolazione più dimenticata del pianeta dentro un carcere a cielo aperto che è un lager (la Striscia di Gaza, ndr)”.

Davanti all'indifferenza della classe dirigente, Di Battista ha inoltre ricordato che un tempo “i ministri erano Aldo Moro durante la guerra dello Yom Kippur, Giulio Andreotti durante la prima intifada, Berlinguer era amico e telefonava a Yasser Arafat durante la strage di Sabra e Shatila, inoltre Arafat nel momento in cui l'OLP era considerata un'organizzazione terroristica veniva a visitare a Botteghe Oscure il cadavere di Berlinguer. Questa era l'Italia e oggi c'è un'appiattimento intollerabile nei confronti di una democrazia (Israele, ndr) che si permette di fare eccidi di civili nel silenzio e nell'impunità generale”.

Sul canale Mediaset, invece, Orsini ha innanzitutto fatto un focus sul periodo storico attuale. “Viviamo in un mondo in cui credo sia diventato più facile conoscere la verità nel momento in cui si verificano questi fatti tragici perché la tecnologia accresce le probabilità di attribuire la responsabilità a una parte o all'altra. Anche se a volte i media dominanti cercano in alcuni casi di nascondere alcune verità non bisogna dimenticarsi che esiste internet. Sono abbastanza ottimista circa la possibilità di capire chi abbia lanciato questo missile”, ha detto il docente e sociologo dalla Berlinguer circa i dubbi emersi su chi abbia bombardato l’ospedale battista a Gaza tra Israele e Hamas (l’ipotesi è che si possa trattare di un incidente dovuto ad un razzo lanciato da Gaza intercettato e caduto contro l’edificio).


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Alessandro Di Battista © Imagoeconomica


Purtroppo, però, quello che è successo all'ospedale di Gazza “non importa ai capi di Stato quando si tratta di una guerra - ha aggiunto -. Sono tragedie che interessano solo a noi persone comuni. L'ospedale di Gaza non ha influenza sotto il profilo strategico. In questo momento Netanyahu deve prendere delle decisioni e non può ancora prenderle perché ci sono delle variabili che non controlla. Non sa bene se entrare a Gaza, per esempio, perché la variabile sono il milione di palestinesi che dovrebbero lasciare la città, perché è chiaro che questo conta molto. Per quanto riguarda l'Egitto, invece, dal mio punto di vista ha due problemi. Da un lato non vuole favorire Israele, ovvero prendersi i profughi perché non vuol pagare le conseguenze di una guerra israeliana; dall'altro lato, c'è la volontà dell'Egitto di mettere in difficoltà Israele perché se l'Egitto lascia questo milione di palestinesi dentro casa accresce la possibilità affinché Biden dissuada Netanyahu dallo sfondare la Striscia”.

Tutti si interrogano sui vantaggi che Hamas riceverà da questo attentato, ma nessuno si sta interrogando sui vantaggi che ne trae Israele - ha continuato Orsini su Rete 4 -. Il vantaggio è che nessuno parla della questione essenziale, ovvero il fatto che Israele occupa i territori dei palestinesi illegalmente e che tutta questa tragedia nasce dall'occupazione israeliana dei Territori palestinesi. Nel 2022 l'esercito israeliano ha ucciso 127 civili palestinesi. Tra i civili ci sono anche bambini, come Mohammed Tamimi a cui l'esercito israeliano ha sparato un proiettile nel cervello. Questo bambino è morto il 5 giugno 2023, aveva due anni e mezzo”. “Al di là della responsabilità sull'ospedale bombardato a Gaza, la storia dimostra che Israele ha già compiuto crimini di guerra e ci sono tutti i presupposti affinché la Corte penale internazionale spicchi un mandato di cattura nei confronti di Netanyahu”, ha concluso Orsini.

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