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Salgono a 1.400 gli israeliani morti nell’attacco di Hamas. Nuovi missili su Gerusalemme e Tel Aviv. Putin a colloquio con Netanyahu e Abu Mazen

I morti a Gaza per gli attacchi israeliani sono arrivati a oltre 2.800. 10.850 i feriti. Lo ha fatto sapere il ministro della sanità di Hamas nella Striscia. Dei 2.800 uccisi, quasi 1.100 sono minori. Tra le vittime ci sono anche quattordici membri del personale dell'agenzia umanitaria dell'Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) come ha detto il capo dell'agenzia, Philippe Lazzarini, durante una conferenza stampa tenuta ieri sera. Il mondo ha "perso la sua umanità", ha affermato inoltre Lazzarini commentando la situazione nella Striscia, aggiungendo di aver organizzato la conferenza stampa per "lanciare l'allarme", poiché i suoi colleghi a Gaza non possono più fornire assistenza umanitaria nell'enclave. Tra i morti nei raid a Gaza City anche undici giornalisti palestinesi. A riferirlo è il Sindacato dei giornalisti palestinesi.

Resta chiuso il valico di Rafah 
Intanto resta ancora chiuso il valico di Rafah, la via d’accesso che potrebbe far arrivare aiuti umanitari nella Striscia e sbloccare l’uscita di circa 500 americani. Secondo fonti di Gaza il valico sarebbe stato colpito da Israele. E dire che meno di 24 ore fa il via libera sembrava certo: con una tregua di 5 ore il valico sarebbe stato aperto. Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha detto che è Israele a non avere ancora dato il sì definitivo alla sua apertura, nonostante siano terminati tutti i preparativi per renderlo operativo. Anzi secondo quello che dicono fonti di Gaza, l’esercito israeliano avrebbe una pensilina. Il raid è avvenuto dopo che la folla, ferma davanti al varco nella speranza di passare in Egitto, si era dispersa. Se la notizia fosse confermata, sarebbe il quinto attacco israeliano dall’inizio del conflitto al valico di Rafah.
Quello che è certo nessun aiuto umanitario è entrato e nessuno cittadino straniero o palestinese con doppia nazionalità è passato nel deserto del Sinai e la situazione resta statica. Le speranze si erano accese già questa mattina, quando un funzionario dell’Ambasciata palestinese a Washington, Kamel Khatib, citato da Nbc, aveva dichiarato che gli stranieri ed i palestinesi con nazionalità straniera a partire dalle 9 sarebbero potuti uscire da Gaza attraverso il passaggio, dal quale sarebbero entrati anche aiuti umanitari. Ma l’informazione è stata successivamente smentita da Hamas, da Israele e infine dal Cairo, che ha definito “pericolosa” la condizione dei palestinesi nella Striscia. 

La situazione dei 199 ostaggi in mano a Hamas
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha avuto una telefonata con il leader del gruppo militante palestinese Hamas, Ismail Haniyeh. Lo ha detto una fonte del ministero degli Esteri turco. Fidan e Haniyeh hanno discusso degli ultimi sviluppi dei combattimenti tra le forze israeliane e palestinesi e della liberazione degli ostaggi civili detenuti da Hamas. Sul tema, il capo delle relazioni politiche e internazionali del movimento che governa nella Striscia di Gaza Basem Naim, ha dichiarato a Sky New di non sapere “se i 199 ostaggi nelle mani di Hamas a Gaza siano ancora vivi” sostenendo che si tratta di una notizia "impossibile" da verificare in questo momento a causa dei pesanti bombardamenti cui è sottoposta l'enclave. "Abbiamo detto a tutti i mediatori che siamo pronti a rilasciare tutti gli ostaggi civili nel momento in cui l'aggressione contro il nostro popolo sarà fermata", ha sottolineato.


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Abu Mazen


Putin dialoga con Netanyahu e Abu Mazen 
Nel frattempo il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha intrattenuto colloqui con i leader di Palestina e Israele, Benjamin Netanyahu e Abu Mazen. “La Russia è pronta a continuare gli sforzi per mettere fine alla guerra tra Israele e Hamas”, ha dichiarato al telefono il presidente russo al premier israeliano secondo quanto riferito dal Cremlino.
Si tratta della prima conversazione tra i due leader dall'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. 
Lo stesso vale per il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen che ha "elogiato la posizione della Russia a sostegno dei diritti del popolo palestinese e di una pace giusta e globale in Medio Oriente, basata sulle risoluzioni internazionali". Abu Mazen, riporta l’agenzia Wafa, ha ribadito la necessità di fermare gli attacchi israeliani e di "smettere di prendere di mira i civili palestinesi, creando corridoi sicuri per l'ingresso di materiali di soccorso medico e alimentare e per la fornitura di acqua ed elettricità". Il leader dell'Anp ha poi sottolineato la "necessità di prevenire i tentativi di sfollare i palestinesi dalla Striscia di Gaza, perché questa è considerata una seconda catastrofe per il popolo palestinese, come accadde nel 1948".
Sempre oggi, il leader del Cremlino ha parlato con i presidenti di Egitto, Siria e Iran nonché con il leader dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen. Il Cremlino ha dichiarato: “Vladimir Putin ha informato Netanyahu dei passi che la Russia sta compiendo per contribuire a normalizzare la situazione, prevenire un'ulteriore escalation di violenza e impedire una catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza”.

Ministro difesa Israele: “Ci aspetta una lunga guerra”
Il ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant, incontrando il segretario di Stato americano Antony Blinken ha avvertito che "ci aspetta una lunga guerra". Lo riporta il Guardian. "Il prezzo sarà alto, ma vinceremo per Israele, per il popolo ebraico e per i valori in cui credono entrambi i Paesi" ha aggiunto. Blinken gli ha ribadito che Israele "avrà sempre il sostegno degli Stati Uniti”.
Oggi, le Brigate Al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno dichiarato di aver lanciato una "raffica di missili" su Gerusalemme e Tel Aviv. Gli ultimi attacchi - la spiegazione - sono stati una risposta alle azioni di Israele che hanno "preso di mira i civili".
L'esercito israeliano di risposta ha fatto sapere di aver ucciso il capo dell'intelligence generale di Hamas a Khan Younis, nel sud della Striscia. Nel mentre il numero di morti israeliani accertati a seguito degli attacchi di Hamas del 7 ottobre è salito a 1.400, sostiene Tal Heinrich, portavoce dell'ufficio del primo ministro israeliano. Heinrich ha aggiunto che 3.900 israeliani sono rimasti feriti.


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Antony Blinken

A Gaza fine farmaci tra 24 ore, sacchi per cadaveri terminati
"A Gaza manca il sangue, medicinali e farmaci salvavita. Quelli che ci sono possono durare massimo per 24 ore". A lanciare l'allarme a LaPresse è Foad Aodi, medico arabo-palestinese Presidente dell'Amsi e Consigliere dell'Omceo di Roma. "Su 23 ospedali sono solo 13 quelli operativi. Alcuni colleghi stanno rianimando le persone effettuando la ventilazione con le mani perché manca la corrente, sta diventando difficile anche effettuare le operazioni. In rianimazione non ci sono più posti. Non ci sono specialisti in medicina d'urgenza e ortopedia, ginecologi e pediatri". Altra emergenza nella Striscia sono i sacchi per i cadaveri.
"Il numero delle vittime è in aumento. Non ci sono abbastanza sacchi per i cadaveri a Gaza”, afferma in un comunicato, citato dal Guardian, l'agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa). "Per il quinto giorno consecutivo, Gaza è rimasta senza elettricità, spingendo i servizi essenziali, tra cui sanità, acqua e servizi igienico-sanitari, sull'orlo del collasso, e peggiorando l'insicurezza alimentare. “Le persone in tutta Gaza hanno un accesso pericolosamente limitato all'acqua potabile pulita", spiega il comunicato. 

Foto interne © Imagoeconomica

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