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Colpite residenze civili e moschee, 50 morti solo al mercato di Jabalia. Salgono a 800 le vittime dell’incursione di Hamas

La feroce rappresaglia delle forze israeliane contro i palestinesi, in seguito a quella che è stata la più imponente offensiva della resistenza palestinese di sempre, non si è fatta attendere. Già da ieri pomeriggio, infatti, Israele ha bombardato Gaza, attaccando - secondo le ultime stime delle forze di difesa israeliane (IDF) - circa 1200 obiettivi e colpendone almeno 500 di Hamas e Jihad Islamica, in quella che è stata ribattezzata l’operazione “Spade di ferro”.

A venire colpiti, però, sono principalmente edifici residenziali, moschee ed infrastrutture situate nei campi profughi della Striscia. Il ministero della Sanità di Gaza parla di oltre 560 morti e oltre 2700 feriti. Missili sono caduti anche su ambulanze della “Mezza Luna Rossa” mentre trasportavano feriti e sull’affollato mercato ortofrutticolo di Jabalia, dove sono state uccise circa 50 persone. Sulla Striscia stanno piovendo bombe indiscriminatamente da ormai due giorni. Il Ministro della Difesa Yoav Gallant ha detto chiaramente di aver ordinato “l’assedio totale di Gaza”. “Non ci sarà acqua, luce, cibo, gasolio. Stiamo combattendo animali umani”, ha detto in conferenza stampa.

Ieri Tel Aviv ha dichiarato lo stato di guerra e ha fatto sapere che si prepara ad un lungo conflitto, supportata dagli Stati Uniti e con un informale via libera da parte dell’UE tra i cui Paesi membri si è distinta in particolar modo l’Italia per il suo sostegno allo Stato ebraico: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, infatti, ha sentito telefonicamente Netanyahu assicurando a Israele “la piena solidarietà del Governo italiano”. Oggi funzionari dell’amministrazione statunitense hanno riferito che si attendono un’incursione via terra da parte di Israele a Gaza nelle prossime 24-48 ore. Da parte sua, il premier israeliano ha dichiarato l’intenzione di “rispondere alla guerra con un’irruenza e un’ampiezza che il nemico non ha mai conosciuto finora. Pagheranno un prezzo che non hanno mai dovuto pagare, e alla fine vinceremo”. Il tutto con la “benedizione” degli Stati Uniti e del presidente Joe Biden, il quale - dopo aver condannato fermamente gli attacchi palestinesi - ha dichiarato che gli Stati Uniti sono pronti a sostenere il governo e il popolo dello Stato ebraico “con ogni mezzo appropriato”. Intanto carri armati sono arrivati al confine della Striscia di Gaza e il portavoce militare Daniel Hagari ha detto che in 48 ore sono stato raggiunti 300.000 riservisti.

800 i morti in Israele per gli attacchi da Gaza
Nel frattempo i morti in Israele per gli attacchi da Gaza sono arrivati a 800. Lo riportano i media. Molti di questi (circa 260) sono stati uccisi durante il festival di musica elettronica vicino Gaza dagli uomini di Hamas che hanno attraversato la recinzione di Gaza.

Alcuni di loro sono ancora nelle città del sud del Paese. Il portavoce delle forze di difesa israeliane, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha detto, infatti, ai giornalisti che ci sono ancora sei aree di scontri a fuoco nel sud di Israele, vicino al confine con la Striscia di Gaza. I combattimenti sono in corso in particolare a Be'eri, Kfar Aza, Nirim e Alumim, dice. Hagari dice che durante la notte circa 70 terroristi si sono infiltrati a Be'eri. La maggior parte di loro sono stati uccisi in battaglia con le truppe dell'IDF , ma altri sono ancora nascosti nelle case del kibbutz.





Le Forze di Difesa Israeliane affermano che continuano a colpire i miliziani palestinesi che si infiltrano in Israele attraverso il permeabile confine di Gaza. La barriera di sicurezza di Israele con la Striscia di Gaza è stata gravemente danneggiata da quando Hamas ha lanciato il suo attacco, consentendo ai propri uomini di infiltrarsi, scrive IDF che pubblica anche filmati di diversi attacchi aerei.
L'esercito ritiene che ci siano molti militari di Hamas ancora in territorio israeliano dopo l'invasione iniziale di sabato mattina, e altri che stanno ancora cercando di infiltrarsi. Finora, secondo Hagari, 425 miliziani palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza e altre centinaia in territorio israeliano. Per quanto riguarda le vittime, l’esercito israeliano ritiene di poter compilare in 48 ore un "quadro completo" dei civili che sono stati uccisi e feriti e che cosa è accaduto loro. Un quadro da fornire ai parenti dei coinvolti. Ieri l'esercito ha istituito una "cellula di crisi" sulla sorte degli ostaggi e il premier Benyamin Netanyahu ha nominato un generale della riserva come "coordinatore" del governo sul tema. L'Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, ha annunciato per domani una riunione d'emergenza dei ministri degli Esteri dell'Ue. "Non può esserci alcuna giustificazione perche' qualcuno prenda di mira civili innocenti, mai", ha scritto su X.

Oltre 140 prigionieri nella Striscia
Nella Striscia di Gaza ci sono oltre 130 israeliani, tra soldati e civili. La Xinhua, citando una fonte del Movimento di resistenza islamica, riporta che il Qatar sta mediando un urgente scambio di prigionieri tra Hamas e Israele. "Con il sostegno degli Stati Uniti, il Qatar sta cercando di raggiungere l'accordo urgente che porterebbe al rilascio delle donne israeliane catturate da Hamas in cambio di donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane", ha detto la fonte, secondo cui Hamas ha informato il Qatar che sarebbe disponibile all'operazione se tutte le 36 donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane fossero rilasciate. Da Israele non c'è al momento alcuna conferma della mediazione.

Anp: in Cisgiordania 15 palestinesi uccisi
Almeno 15 palestinesi sarebbero stati uccisi in Cisgiordania in scontri con le forze israeliane dopo l'attacco di Hamas contro Israele e la conseguente risposta di Tel Aviv. Lo riporta, sul suo account “X”, Al Arabiya, citando il Ministero palestinese della Salute. Tra le vittime, secondo il network arabo, ci sarebbero anche due bambini. La situazione in Cisgiordania resta tesa dopo la guerra tra Hamas e Israele.

Il confine tra Libano e Israele è “linea di confine attiva”
Il confine tra Libano e Israele è diventato un “confine attivo” in seguito alle notizie dell’esercito israeliano secondo cui infiltrati armati (poi neutralizzati dall’esercito) erano entrati nel paese dal Libano, ha detto Zeina Khodr di Al Jazeera, giornalista dal Libano meridionale.

Mentre i bombardamenti risuonavano in lontananza, ha detto: “Stiamo ricevendo segnalazioni secondo cui i bombardamenti sono stati lanciati dal Libano meridionale verso il nord di Israele [e] Israele sta rispondendo. Quindi senza dubbio un’escalation lungo uno dei confini più instabili della regione”.

Khodr ha aggiunto che si tratta di una “situazione molto tesa” e che “questi sono ancora altri messaggi, una maggiore pressione sull'esercito israeliano, dicendo loro che se continuate la campagna contro Gaza, allora aspettatevi di affrontare pressioni da altri fronti”.

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