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The National Interest: Occidente impreparato ad affrontare un lungo conflitto, a differenza della Russia. Kiev annuncia la completa liberazione di Rabotino, ma Mosca smentisce

Mentre negli ultimi giorni i media hanno riferito che alti funzionari senza nome esprimevano pessimismo sui progressi dell'Ucraina, il ​​consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, si è detto convinto che il conflitto non fosse affatto in una fase di stallo.
“Stiamo vedendo (l’Ucraina, ndr) continuare a conquistare territorio su base metodica e sistematica”, ha affermato, forse nella speranza di rafforzare gli animi a Kiev, ulteriormente incupiti dalle parole del direttore dell’ufficio privato del segretario generale della Nato, Stian Jenssen, che ha ipotizzato di fermare la guerra lasciando alla Russia i territori occupati e alla Nato quel che resta del Paese.
Secondo il Washington Post, che ha citato funzionari occidentali, è ormai improbabile che le forze ucraine raggiungano il Mar d’Azov e interrompano la rotta terrestre della Russia verso la Crimea prima dell’arrivo dell’inverno, come avevano sperato.
“Probabilmente l'Ucraina non sferrerà alcun colpo decisivo prima della fine dell'anno. Ciò significa la continuazione di questa guerra estenuante nel 2024 e oltre, e la continuazione di pesanti perdite e traumi emotivi per entrambe le parti”, scrive il giornale, evocando la prospettiva di una lunga guerra di logoramento che non rappresenta una buona notizia per il futuro dell’esistenza stessa dell’Ucraina.
Stando alle analisi del The National Interest, il protrarsi dei combattimenti a tempo indeterminato vede Kiev notevolmente svantaggiata in termini logistici.
"Munizioni, armamenti e manodopera sono la valuta in questo conflitto, e il blocco occidentale sta esaurendo tutti e tre. Droni, artiglieria e attacchi aerei russi hanno martellato la base industriale dell’Ucraina. Il costo economico è astronomico. Il Congresso ha approvato circa 113 miliardi di dollari in aiuti finanziari e per la difesa all’Ucraina da febbraio 2022, più della metà del PIL annuale dell’Ucraina", scrive l'analista Zachary Keck, che sostiene come Putin, a differenza dell’Occidente, ha preparato l'industria della difesa ad affrontare una guerra di lunga durata.
I dati grezzi parlano chiaro: secondo un recente rapporto del Royal United Services Institute (RUSI) la Russia ha sparato 12 milioni di proiettili di artiglieria nel 2022 e si stima che l’esercito ne sparerà sette milioni nel 2023. Un volume inferiore, dettato probabilmente dall’esaurimento delle scorte dell’era sovietica.
La stessa analisi rivela tuttavia che la Russia è in grado di produrre 2,5 milioni di proiettili all’anno, oltre alle importazioni di munizioni dalla Corea del Nord e dall’Iran. Allo stesso tempo, il Centro per gli studi strategici e internazionali (CSIS) ha calcolato a gennaio che gli Stati Uniti potrebbero produrre solo 93.000 proiettili da 155 mm all’anno, tutti destinati ad esercitazioni di addestramento. Se l’esercito riuscisse ad accelerare il programma di produzione, produrrebbe 240.000 proiettili all’anno, comunque meno del 10% dell’attuale produzione russa.
Se a questo aggiungiamo che l’artiglieria ucraina spara 8.000 colpi al giorno, si evince che Kiev è in grado di consumare in un mese intero l’equivalente dell’annuale produzione statunitense di munizioni. Inoltre se anche il Pentagono raggiungesse l’obiettivo dichiarato di produrre 90.000 proiettili al mese entro l’anno fiscale 2025, si tratterebbe comunque solo della metà dell’attuale livello di produzione della Russia.
I Paesi europei della NATO si trovano in condizioni ancora peggiori: basti pensare che la Bundeswehr tedesca aveva scoperto a giugno che Berlino disponeva di soli 20.000 proiettili da 155 mm.


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Kiev annuncia la liberazione completa di Rabotino
I combattimenti sono attivi e più feroci che mai sul fronte sud, dove l’Ucraina ha rivendicato oggi la completa liberazione dell’insediamento sud-orientale di Robotino, nel tentativo di avanzare verso Tokmak e poi toccare il Mar D’Azov.
"Robotyne è stata liberata", ha detto la viceministra della difesa Hanna Maliar, citata dal The Guardian.
Il ministro aveva riferito che le sue truppe erano entrate nel villaggio strategicamente importante il 22 agosto, segnalando un avanzamento potenzialmente significativo nella controffensiva contro la Russia, ma all'epoca, aveva precisato che i soldati ucraini erano ancora sotto i bombardamenti delle forze russe.
D’altra parte fonti russe sostengono che il villaggio è ancora interamente sotto il loro controllo di fuoco e la sicurezza avanzata preparata diversi mesi prima dell'inizio dell'offensiva dell'AFU continua a funzionare efficacemente.
I commissari militari di Mosca riferiscono che nella nottata di ieri è stato registrato il movimento dell'equipaggiamento di Kiev che ha portato in battaglia 9 colonne di mezzi blindati e personale, subito caduti sotto il fuoco dell’artiglieria.
Il Ministero della Difesa russo riferisce che nella direzione di Zaporizhzhia, gli attacchi aerei e il fuoco dell’artiglieria hanno respinto sette incursioni dell'82a brigata aviotrasportata e della 46a brigata aviotrasportata delle forze armate ucraine nelle aree degli insediamenti di Rabotino e Verbove. Le perdite di Kiev ammonterebbero a 160 militari, due veicoli corazzati da combattimento, due pezzi d’artiglieria M777, un supporto di artiglieria semovente AS90 Brave Heart, un cannone FH-70 di fabbricazione britannica e due obici D-30.

Due morti nell'attacco missilistico russo sulla regione ucraina di Poltava
A seguito di un attacco nella regione di Poltava due persone sono rimaste uccise, secondo il governatore regionale Dmytro Lunin, che ha precisato, senza fornire ulteriori dettagli, come il bombardamento sia avvenuto contro un impianto industriale.
“In seguito all'attacco ostile due persone sono state uccise, due persone sono state portate in ospedale con ferite lievi e due sono disperse. L'esercito ucraino ha detto che la Russia ha lanciato durante la notte quattro missili dal Mar Nero, due dei quali sono stati abbattuti”, ha affermato Lunin.

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