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"Quando scoppia una grave crisi internazionale guidata dalla Casa Bianca, Corriere, Repubblica e la Stampa, coprono le informazioni seguendo cinque fasi concatenate. La fase dell’attesa, della propaganda, della sacralizzazione, della demonizzazione e dell’autocelebrazione". Alessandro Orsini tuona così questa mattina sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, mettendo sotto i riflettori la narrativa "viziata" - per non dire falsa - dei tre giornali di cronaca più letti in Italia. Il docente di Sociologia del terrorismo internazionale in passato ha più volte messo in guardia dai pericoli di una narrazione propagandistica del conflitto Russo-ucraino, in cui l’Occidente vorrebbe “umiliare la Russia”, ma che potrebbe concludersi con “l’incenerimento dell’Europa occidentale” per una deriva militare di tipo nucleare.
Quella di Orsini è un'analisi scientifica ed empirica dei contenuti dei tre quotidiani nel tempo della guerra, secondo cui nella fase dell'attesa questi "attendono che la Casa Bianca fornisca la sua versione dei fatti e le linee guida per l’azione", senza indagare sulle cause della guerra. Quanto alla fase successiva - la propaganda - secondo il professore "recepiscono e diffondono la versione della Casa Bianca senza critiche o integrazioni". E quindi se gli Stati Uniti affermano che il conflitto deve essere risolto con una nuova espansione della Nato ai confini della Russia e che la pace in Ucraina arriverà investendo soltanto nella guerra, "questa diventa la posizione dei quotidiani succitati".
Per sacralizzazione, invece, Orsini intende quella fase in cui ciò che afferma la Casa Bianca diventa verità assoluta e non discutibile. Questo passaggio necessita però della "demonizzazione". Viene quindi costruita una macchina del fango a danno di coloro che osano criticare il pensiero unico indottrinato dagli Stati Uniti. "La qualità e la quantità degli attacchi pongono il bersaglio in una situazione stressogena che riduce le sue capacità di difesa e di reazione - ha scritto Orsini -. La quantità degli attacchi crea disorientamento direzionale (troppi colpi da troppe direzioni), mentre la qualità dell’attacco crea intimidazione psicologica giacché le fonti autorevoli controllano il sistema dei premi e delle punizioni (carriere, licenziamenti, ecc). Fonti d’attacco differenti richiedono strategie di difesa differenti. Il bersaglio deve proteggersi da troppe direzioni elaborando un linguaggio specifico per ogni “bocca” diffamante. In una campagna di demonizzazione, la strategia per difendersi dai rettori è diversa da quella per difendersi dagli speaker radiofonici o dagli hater sui social".
Infine, c'è la fase dell'autocelebrazione in cui Corriere, Repubblica e Stampa "bersagliano la stampa dei regimi autoritari per nascondere che criminalizzano il dissenso politico". Ad esempio, "ritraendo il regime di Putin in modi aberranti, Corriere della Sera, Repubblica e Stampa si ritraggono implicitamente in una luce positiva nascondendo le loro analogie con l’oggetto dell’esecrazione".

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Foto © Roberto Pisana

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