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Intervista all’ex magistrato

"I veri mandanti della strage di Pizzolungo? Io sono stato ospitato dalla Nato a Birgi, presso il comando ufficiali. Sono stato trenta giorni e poi, arrivate le minacce, mi dissero di andarmene. Mi è stata trovata una casa e chi mi ha dato casa era nel primo fascicoletto della loggia Scontrino. Fui ospitato e fui messo fuori dalla Nato. Basta vedere chi era il responsabile in quel periodo... Le carte ci sono, basta che si cerchino... Mi hanno messo fuori dalla base Nato e io non gliela perdono. Perché altri sono morti al posto mio". Sono le parole dell'ex magistrato Carlo Palermo che il 2 aprile 1985 fu oggetto di un attentato a Pizzolungo (strage in cui morirono una donna, Barbara Rizzo, e i suoi figli di sei anni, Salvatore e Giuseppe Asta).
Nell'intervista Palermo spiega l'oggetto delle proprie indagini di questi anni, evidenziando come dietro al delitto vi fosse una matrice massonico-criminale, oltre che mafiosa. 
Quindi ha parlato dei traffici di armi e droga su cui aveva indagato a Trento e sui cui avrebbe potuto anche lavare proprio a Trapani: "Sono stato fermato dopo aver sequestrato i documenti ai personaggi che avevano il nulla osta di segretezza Nato. Io sequestrai migliaia di documenti che sono tutti disponibili e che li ho recuperati anche in via ufficiale dalla Commissione di inchiesta P2. Quando nel 1984 mi tolsero l'inchiesta e fui costretto a scrivere in 15 giorni l'ordinanza di rinvio a giudizio, io ne mandai anche una copia alla Commissione P2, proprio per avere un luogo sicuro in cui gli atti sarebbero stati conservati. E lo scorso anno, dopo aver scoperto gli atti dei Rosacroce, ho richiesto i miei e li ho potuti recuperare. Ma questo non interessa a nessuno. Noi dobbiamo partire da questo”.  

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