Un mese fa il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo aveva avvertito che gli attacchi alla Crimea avrebbero segnato il “giorno del giudizio” per Kiev
Nella mattina di ieri il quartier generale della flotta russa a Sebastopoli, in Crimea, è stato colpito da un drone ucraino.
Il governatore russo di Sebastopoli, Mikhail Razvozhayev, ha dichiarato che non ci sono stati né morti né feriti e ha accusato Kiev, considerandola responsabile dell’attacco. Il governatore ha poi annunciato che un drone ucraino è stato abbattuto.
La Crimea negli ultimi giorni ha subito altre esplosioni in altre due basi, in particolare alla base area di Saki, che avrebbe apportato gravi danni all’aviazione russa, distruggendo nove aerei. Nonostante Kiev non si sia presa ufficialmente la responsabilità dell’avvenimento, i vari funzionari ucraini hanno esplicitato il coinvolgimento di Kiev nell’attacco.
Ucraina e Stati Uniti non riconoscono la Crimea come territorio russo, essa è stata incorporata nella Russia dopo un referendum del 2014, considerato da molti paesi illegittimo. Di conseguenza l’attacco da parte di Kiev alla Crimea viene considerato da Washington una sorta di autodifesa, così ha dichiarato un funzionario dell’amministrazione di Joe Biden.
Vladimir Putin ha definito la Crimea come la terra sacra e Mosca l’ha utilizzata fino a oggi come base militare; da qui infatti sono partiti parte degli aerei che hanno bombardato Kiev e sono state attraccate le navi da cui sono stati lanciati i razzi contro la popolazione ucraina.
Gli Stati Uniti hanno fatto divieto all’Ucraina di utilizzare armi americane, come i missili HIMARS, nei territori russi, ma poiché Washington considera la Crimea un territorio occupato illegittimamente da Mosca non sono in vigore queste restrizioni.
Il tutto è stato spiegato dal ministro della difesa di Kiev Oleksii Reznikov che ha affemato “Se stiamo parlando oggi della disoccupazione dei territori temporaneamente occupati dell'Ucraina dove si trova il nemico, allora, di conseguenza, non abbiamo tali restrizioni”.
Il mese scorso il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev aveva avvertito Kiev affermando che gli attacchi alla Crimea avrebbero segnato il “giorno del giudizio” per l’Ucraina. Medvedev ha poi dichiarato che il non riconoscimento della Crimea come territorio russo da parte di Kiev e Washington sia una minaccia per Mosca.
Foto d'archivio: it.depositphotos.com
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