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Il Dipartimento di Stato USA aveva dato il via libera alle forze ucraine di colpire obiettivi in Crimea. Istruttori Nato dirigono le azioni sul campo

Volano ancora minacce apocalittiche, sullo sfondo di una guerra per fortuna ancora a bassa intensità. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha affermato che la leadership ucraina dovrà affrontare un “giorno del giudizio” se dovesse avventurarsi ad attaccare la Crimea.
"Alcuni pagliacci sanguinari estatici, che compaiono lì con alcune dichiarazioni di tanto in tanto”, ha dichiarato l’ex premier “stanno cercando di minacciarci, intendo attacchi alla Crimea e così via… Se dovesse succedere qualcosa del genere, si troveranno di fronte a un giorno del giudizio, molto rapido e difficile, immediatamente. Non ci sarà modo di evitarlo. Ma continuano a provocare la situazione generale con tali affermazioni”.
Secondo Medvedev, Kiev prima o poi vedrà che gli obiettivi dell’operazione speciale russa, saranno finalmente raggiunti, ma la speranza in questo è molto debole “perché si stanno comportando in modo inadeguato”.
Un ammonimento che passa per Zelenski ed arriva a Washington. Questa domenica il Dipartimento di Stato americano ha insinuato che le forze ucraine possono utilizzare il sistema missilistico di artiglieria HIMARS fornito dagli Stati Uniti contro obiettivi in Crimea, che la Russia controlla dal 2014.
Un invito in netto contrasto con le assicurazioni richieste dall’amministrazione Biden di non utilizzare i sistemi missilistici a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti contro obiettivi in Russia.
Questo sabato anche Vadym Skibitskyi, rappresentante della direzione dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, ha affermato che le forze di Kiev dovrebbero iniziare ad attaccare le strutture russe nella penisola.
"Oggi la penisola di Crimea”, ha affermato il funzionario, “è diventata semplicemente un hub per il trasferimento di tutte le attrezzature e le armi che provengono dalla Federazione Russa alle regioni meridionali del nostro paese...In secondo luogo, vedete quanto attivamente la flotta del Mar Nero della Federazione Russa sia attualmente utilizzata per lanciare attacchi missilistici sul nostro territorio. Si tratta di sistemi Calibre, fregate, piccole navi missilistiche, sottomarini, che sono costantemente in servizio di combattimento, in attesa di comandi, e poi effettuano lanci, indipendentemente dall'ora del giorno…Per questo motivo, è anche uno degli obiettivi da raggiungere per garantire la sicurezza dei nostri cittadini, delle nostre strutture e dell'Ucraina in generale".
Propositi che rischiano di provocare un’escalation ancora più grande in quanto la Russia considererebbe un attacco alla Crimea come un’aperta ostilità contro il suo territorio.
Ma i gravi aspetti secondari non finirebbero qui: questa mattina il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, citato da RIA Novosti, ha affermato che istruttori Nato starebbero già dirigendo le azioni dell’esercito ucraino “sul campo”, esprimendo la speranza che “politici responsabili e consapevoli delle conseguenze di cui questo è irto” rimangano in Europa.
La presenza di istruttori militari e dell’Intelligence militare occidentale in Ucraina non sarebbe un segreto. Un recente articolo del New York Times confermava la presenza di una rete di spie e forze speciali statunitensi per assistere l'esercito di Kiev.
Gli Stati Uniti hanno ritirato i propri 150 istruttori militari prima dell'inizio della guerra a febbraio, ma i commando di questi alleati sono rimasti o sono entrati e usciti dal paese da allora, addestrando e consigliando le truppe ucraine e fornendo un condotto sul terreno per armi e altri aiuti”, si leggeva nel quotidiano.
La priorità ora è dunque la distruzione delle armi a lungo raggio ucraine e a ribadirlo è stato il ministro della difesa Sergei Shoigu questa mattina, durante un’ispezione del gruppo Vostok.
"Il generale dell'esercito Sergei Shoigu”, afferma un comunicato del ministero della Difesa, “notando il rafforzamento delle capacità di attacco del gruppo, ha incaricato il comandante di dare la priorità alla distruzione dei missili a lungo raggio e dell'artiglieria nemici con armi ad alta precisione, da cui il bombardamento delle aree residenziali degli insediamenti del Donbass e il deliberato incendio doloso dei campi con grano, così come strutture di stoccaggio con grano".

Continuano i bombardamenti nel Donbass
Questa mattina le truppe ucraine hanno bombardato Donetsk e Yasinovataya con 8 proiettili del calibro 155 e con 3 da 122 mm.
Secondo l'ufficio di rappresentanza della repubblica nel Centro congiunto per il controllo e il coordinamento del regime di cessate il fuoco ( JCCC), durante i 152 giorni di escalation, le truppe ucraine hanno sparato in totale 50.960 munizioni di vario calibro nel Donbass.
Sempre nella giornata di oggi, missili russi hanno colpito una struttura industriale e infrastrutturale a Mykolaiv, un centro di cantieri navali e una città vicino al Mar Nero, nell'Ucraina meridionale. Oleksandr Senkevych, sindaco della città, ha affermato che non ci sono informazioni immediate sulle vittime. Un altro attacco russo alla città ucraina orientale di Bakhmut ha invece ferito sei persone, tra cui tre bambini, secondo i media locali.

Foto © Imagoeconomica

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