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Un triste traguardo per il nostro paese è stato recentemente messo in risalto dalla rivista Rolling Stones

L’Italia ospita un terzo degli ordigni nucleari presenti in Europa. A riportarlo è la rivista Rolling Stones.
Solo nelle basi di Ghedi ed Aviano, aggiunge la rivista, vi sarebbero dalle 70 alle 90 bombe atomiche B-61, mentre a Volkel, nei Paesi Bassi, a Kleine Brogel, in Belgio, a Büchel in Germania, non si superano le 10/20 unità. Il nostro paese in sostanza contende alla Turchia il ruolo di nazione che ne ospita di più sul suolo europeo. Si tratta di ordigni che hanno una potenza che può arrivare fino a 340 chilotoni (13 volte e mezzo più potenti della bomba atomica sganciata su Nagasaki, che causò tra le 60 e le 80mila vittime).
Tutto questo per rientrare nella cosiddetta “condivisione nucleare” della NATO, un‘idea secondo cui alcuni paesi europei tengono sul loro territorio alcuni ordigni atomici con uno scopo prettamente di deterrenza, che di fatto sta ancora violando trattato di non proliferazione nucleare.
Un assetto bellico che a conti fatti potrebbe trasformare l’Italia in un potenziale bersaglio e non si tratterebbe nemmeno di una supposizione campata in aria: già nel 2005 infatti, furono resi pubblici alcuni piani militari segreti dei paesi del Patto di Varsavia risalenti agli anni 60, in cui si proponeva, in caso di conflitto, un attacco all’Italia, passando dall’Austria. Nel corso del blitz sarebbero state bombardate nuclearmente Vienna, Monaco di Baviera, Innsbruck, Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Piacenza e, per l’appunto, Ghedi.
L’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, in una puntata del programma di Carlo Lucarelli Blu Notte dello stesso anno, avrebbe inoltre rivelato che la NATO avrebbe in tal caso autorizzato l’Italia a sganciare le bombe atomiche su Praga e Budapest, facendo partire i cacciabombardieri Panavia Tornado proprio dall’aeroporto in provincia di Brescia.
Se a questo aggiungiamo che secondo la Federazione degli Scienziati Americani, entro il 2022/2023 le obsolete bombe nucleari B61 saranno sostituite con le nuove B61-12, teleguidate e progettate per penetrare i bunker dei centri di comando del nemico, il quadro si fa ancora più preoccupante. Questi ordigni, abbinati ai nuovi caccia F35, secondo il colonnello dell’U.S Air Force responsabile del Comando per il combattimento aereo e della divisione per la deterrenza strategica e l’integrazione nucleare Daniel Jackson costituiscono una capacità di livello strategico che si aggiunge a quella del bombardiere B-2, l’aereo stealth sino ad oggi prominente per l’attacco nucleare.
Ha destato non poca preoccupazione in tal senso, la decisione dei vertici militari delle basi italiane, che dall’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio, le hanno portate in fase di “preallerta”.
Insomma, un’Italia che diventa un obiettivo sempre più strategicamente sensibile in caso di guerra atomica.

Foto: it.depositphotos.com

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