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Ad annunciare alla Camera le attività del monitoraggio è lo stesso sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, rispondendo a un'interpellanza del parlamentare di Azione Enrico Costa.
Il provvedimento, introdotto dall'ex ministro Marta Cartabia recependo la direttiva Ue del 2016, prevede disposizioni che da tempo ormai sollevano polemiche per il rischio di censura nei confronti della libera informazione, paventato in primis dai settori dell'informazione. Sotto la lente di ingrandimento sono già finiti gli uffici di Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli, Latina e Torino ma il monitoraggio, che non avviene dunque per selezione, riguarderà man mano tutte le altre città. "Intendiamo garantire la presunzione d'innocenza, evitare la spettacolarizzazione mediatica, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia", ha detto Delmastro.
Il bavaglio Cartabia ha quindi già iniziato a provocare i primi effetti.
A proposito dell’interrogazione di Costa, Delmastro ha ricordato che il decreto Cartabia obbliga il procuratore capo a mantenere “rapporti con la stampa solo attraverso comunicati o conferenze stampa”. E’ infatti vietato per i magistrati “dare informazioni al di fuori di questi mezzi o dare denominazioni ai procedimenti lesive della presunzione d’innocenza”. Prevedendo in caso di violazione anche riflessi sul piano disciplinare. Ecco perché il governo “ha emanato direttive riguardo all'effettuazione, da parte dell’ispettorato generale del ministero del monitoraggio degli atti motivati dei Procuratori della Repubblica in ordine alla sussistenza dell’interesse pubblico che giustifica l’autorizzazione a conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti”.
In futuro la situazione non sembra destinata a migliorare. Infatti la maggioranza di destra più i deputati di Italia Viva e Azione hanno votato a favore di una legge che di fatto strozza il diritto all'informazione: è vietata la ‘pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari, ovvero fino al termine dell’udienza preliminare’, recita il nuovo emendamento presentato da Costa.
In tutto 160 voti favorevoli, contro 70 contrari: hanno votato “no” Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra. Tra i voti favorevoli vi sono stati quelli di Forza Italia con i deputati Pietro Pittalis e Tommaso Calderone. Per dovere di cronaca ricordiamo che entrambi sono firmatari di un disegno di legge che prevedeva di multare i giornalisti come se fossero dei narcotrafficanti nel caso ci fosse stata la pubblicazione di atti non più coperti da segreto.
Se tutto questo dovesse diventare legge le 'inchieste' sulle procure saranno destinate ad allargarsi con risultati nefasti sul diritto dei cittadini ad essere informati.

Foto © Imagoeconomica

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