"Facendo seguito alla mia nota di sabato scorso relativa alla trasmissione televisiva 'Far West', in onda su Rai Tre, comunico che non ho autorizzato oggi la redazione della stessa a diffondere stasera l'intervista da me rilasciata ad un giornalista della produzione nella giornata di ieri. A fronte di oltre trenta minuti di 'registrato', mi è stato chiesto il consenso a mandare in onda una sintesi di soli due minuti e mezzo, dalla quale non emergono in alcun modo elementi fondamentali per la piena comprensione dei fatti di cui si è discusso durante la puntata del 27 novembre 2023, cioè del grave attacco mediatico da me subìto, a fronte del quale sarebbe stato necessario consentirmi di chiarire tutte le inesattezze e le vere e proprie falsità proposte ai telespettatori". A dirlo è Gioacchino Natoli, ex presidente della Corte d'Appello di Palermo (oggi in pensione) nonché storico membro del pool Antimafia. "La trasmissione del 27 - prosegue - ha propinato alla platea televisiva che io ero implicato in un gravissimo caso di insabbiamento, correlato in modo suggestivo alla strage del giudice Borsellino, basando la ricostruzione su tesi prevenute, documentalmente smentite da me, senza fare alcuna menzione delle notizie di stampa già pubblicate che attestavano che le bobine delle intercettazioni sui fratelli Buscemi non erano state mai smagnetizzate nella Procura di Palermo e che si trovano già da qualche mese nella disponibilità della Procura della Repubblica di Caltanissetta". "A fronte delle decine di migliaia di persone alle quali è stata raccontata questa storia con ricchezza di dettagli - dice ancora Natoli -, non mi è stata data la possibilità di ridimensionare, con la mia documentata versione dei fatti, il danno di immagine già subito prima di mandare in onda la trasmissione del 27 novembre, né si è data notizia del comunicato di smentita da me fatto pervenire al conduttore Sottile prima della successiva puntata del 4 dicembre. Per queste ragioni, mi riservo ogni ulteriore iniziativa, essendomi stato negato lo spazio necessario a smentire con prove documentali l'asse centrale delle false tesi sostenute nella trasmissione già citata", conclude.
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