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I poliziotti che sono stati sentiti dalla Procura di Caltanissetta, nell'ambito del procedimento sul depistaggio sulla strage di via d'Amelio, "sono riusciti a fornire spunti nuovi relativamente al passaggio della borsa di Borsellino". A dirlo, in aula, al processo d'appello di Caltanissetta, che vede imputati tre poliziotti, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, accusati di calunnia in concorso aggravato, è stato il pm Maurizio Bonaccorso, che è stato applicato alla Procura generale. L'accusa è rappresentata anche dai sostituti Pg Gaetano Bono e Antonino Patti. "Tutto ciò che riguarda la perquisizione di atti di indagine è rigorosamente coperto dal segreto investigativo ma do avviso ai difensori che nella segreteria del pm sono depositati verbali di sommarie informazioni. Si tratta di sommarie informazioni di poliziotti alcuni dei quali sono stati sentiti soltanto nel 2019". "Poliziotti che si sono recati presso il luogo della strage e sostanzialmente ci chiariscono dei punti su quello che accadde con la borsa del dottore Borsellino", ha detto ancora Bonaccorso. Poi il magistrato ha ricordato che "sono uscite notizie di stampa in merito alle indagini condotte dalla procura della Repubblica sul ritrovamento dell'agenda rossa, riguardo alle perquisizioni nell'appartamento dei familiari di Arnaldo La Barbera". "Indagini che hanno portato a risultati ma che sono coperte dal segreto", ha spiegato. "Dopo la pubblicazione delle notizie c'è stata una richiesta da parte delle parti civili per accedere agli atti. In questo momento da parte della procura c'è stata una risposta negativa perché le indagini sono coperte da segreto". Nella sentenza di primo grado, emessa il 12 luglio del 2022, era caduta l'aggravante mafiosa per due dei tre poliziotti imputati del processo depistaggio Borsellino. Sono stati prescritti i reati per Mario Bo e Fabrizio Mattei, mentre Michele Ribaudo era stato assolto.
"In data 15 novembre 2023 ho formulato un'altra richiesta alla Procura generale di Palermo, che sta trattando, come è noto, il processo per l'omicidio di Nino Agostino. In questo procedimento era stato sottoposto al padre della vittima un album fotografico per cercare di identificare dei soggetti che si erano presentati al signor Vincenzo Agostino come poliziotti. La numero 6 di queste foto ritrae Vincenzo Scarantino. Il verbale di identificazione fotografica su Scarantino è sottoscritto anche da Maurizio Zerilli che sta cominciando a diventare l'uomo dei misteri. Chiediamo di sapere perché era stato inserito anche Scarantino" ha aggiunto il pm Maurizio.
Zerilli è uno dei quattro poliziotti facenti parte del pool "Falcone e Borsellino" assieme a Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi e Angelo Tedesco.  A loro il procuratore capo di Caltanissetta, Salvatore De Luca e il sostituto Maurizio Bonaccorso hanno contestato il reato di depistaggio e non più quello di falsa testimonianza.

Foto © Imagoeconomica

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