Camera: approvato ordine del giorno per cancellare il blocco della prescrizione
La coalizione di destra che appoggia il governo di Giorgia Meloni, con il supporto dei partiti centristi Italia Viva e Azione, si prepara a reintrodurre la normativa sulla prescrizione introdotta nel 2017 tramite la legge Orlando. Tale disposizione prevede una sospensione di massimo 36 mesi (18 dopo la sentenza di primo grado e altri 18 dopo quella di secondo grado in caso di condanna) senza interruzioni nel corso del processo. Con una mossa che di garantismo ha ben poco si legalizza di fatto l'impunità aprendo la strada all'importazione di criminalità nel nostro Paese a discapito dei cittadini onesti. La notizia è stata riportata dal 'Fatto Quotidiano': la proposta di legge è frutto di un accordo tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e Italia Viva/Azione e sarà votata in commissione Giustizia alla Camera alla ripresa dei lavori parlamentari, il 6 settembre. Il documento è stato sottoscritto da Ciro Maschio, capo della commissione Giustizia di Fratelli d'Italia, da Tommaso Calderone e Pietro Pittalis di Forza Italia (i due che vorrebbe multare i giornalisti come se fossero narcotrafficanti) e da Enrico Costa di Azione. Al momento, manca la firma della Lega.
La proposta di legge unificata, composta da due pagine, si articola in due articoli: abrogazione della "Spazzacorrotti" e della legge Cartabia dell'improcedibilità.
La reintroduzione della prescrizione è la conseguenza diretta di un ordine del giorno promosso da Costa e approvato dalla Camera lo scorso dicembre, con l'appoggio del governo. Tale ordine del giorno richiedeva il ripristino della precedente normativa sulla prescrizione, presente nella legge Orlando. Nel corso delle recenti settimane, la commissione Giustizia aveva iniziato a discutere tre diverse proposte di legge, ciascuna firmata da Maschio, Pittalis e Costa.
Durante le discussioni in commissione Giustizia della Camera riguardo a tali proposte di legge, sono stati ascoltati vari esperti in diritto e giudici, i quali avevano messo in guardia contro il ritorno alla precedente legge Orlando. Il 27 giugno, la commissione aveva ascoltato Gian Luigi Gatta, professore ordinario di Diritto Penale a Milano e consulente di Cartabia, che aveva spiegato come l'abolizione della legge Bonafede avrebbe favorito le difese degli imputati, ma non le vittime o le parti civili.
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