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di AMDuemila
Il guardasigilli: “Sentenza non su norma, ma su interpretazione”

L’applicazione retroattiva della legge “Spazzacorrotti”? E’ illegittima. E’ questo il verdetto della Corte Costituzionale che qualche giorno fa ha esaminato, in camera di consiglio, le censure sollevate da numerosi giudici sulla retroattività della legge, che ha esteso ai reati contro la pubblica amministrazione le preclusioni previste dall'articolo 4 bis dell'ordinamento penitenziario rispetto alla concessione dei benefici e delle misure alternative alla detenzione. "In particolare - ha scritto l’ufficio stampa della Consulta - è stata denunciata la mancanza di una disciplina transitoria che impedisca l'applicazione delle nuove norme ai condannati per un reato commesso prima dell'entrata in vigore della legge n. 3/2019”. La Corte ha espresso che “secondo la costante interpretazione giurisprudenziale, le modifiche peggiorative della disciplina sulle misure alternative alla detenzione vengono applicate retroattivamente, e che questo principio è stato sinora seguito dalla giurisprudenza anche con riferimento alla legge n.3 del 2019”. Secondo i giudici della Consulta "questa interpretazione è costituzionalmente illegittima con riferimento alle misure alternative alla detenzione, alla liberazione condizionale e al divieto di sospensione dell'ordine di carcerazione successivo alla sentenza di condanna". Infatti, per questo motivo "l'applicazione retroattiva di una disciplina che comporta una radicale trasformazione della natura della pena e della sua incidenza sulla libertà personale, rispetto a quella prevista al momento del reato, è incompatibile con il principio di legalità delle pene, sancito dall'articolo 25, secondo comma, della Costituzione".
Subito dopo la notizia della decisione della Consulta, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha detto che “io rispetto la sentenza della Corte e aspettiamo di leggere le motivazioni" ma "dal comunicato si evince che la Consulta chiarisce come una parte della legge, che riguarda l'irrigidimento dell'accesso ai benefici penitenziari, non può essere applicata retroattivamente. Quella era un'interpretazione che facevano i giudici, non c’è una norma a riguardo nello spazzacorrotti". E poi ha ribadito: “Si interviene sull'interpretazione e l'applicazione della norma - ha concluso - invito tutti a leggere con attenzione almeno il comunicato e lasciare la Corte Costituzionale fuori dalla polemica politica: rispettiamo la decisione e aspettiamo le motivazioni”.
Anche la Cassazione il prossimo mese dovrà esprimersi sul ricorso dell’avvocato generale di Milano Nunzia Gatto contro i domiciliari concessi dal Tribunale di Sorveglianza a Roberto Formigoni, condannato per corruzione, finito in carcere per la Spazzacorrotti e dopo pochi mesi agli arresti a casa.

Foto © Imagoeconomica

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