"Non bisogna dimenticare quella esperienza e quel percorso drammatico che è stato fatto in Italia dagli anni ottanta in poi" ha detto il figlio del giudice, Giovanni Chinnici, a margine di un seminario a Palermo per il 40° anniversario dell'uccisione del padre, Rocco Chinnici.
"Tutto quello che noi oggi viviamo è nato qui, quarant'anni fa, all'ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, quando mio padre divento capo dell'ufficio istruzione. Era una stagione estremamente drammatica, avevano da poco ucciso Giuliano e Terranova".
"Mio padre comprese che per contrastare un fenomeno che era sempre più grave e violento - ha detto - era necessario mettere insieme giudici specializzati: qui nacque il pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Questo fu il primo nucleo che poi, dopo l'uccisione di papà, avrebbe portato avanti quei processi che poi approdarono al maxi processo di Palermo".
"Credo che tutto il percorso che è stato fatto in questi anni, costellati anche da fatti drammatici come le stragi ma anche il sacrificio di uomini che magari sono meno conosciuti e meno ricordati, c'è un patrimonio che non può essere dimenticato in funzione di esigenze che sono anche degne di considerazione ma non devono dimenticare il percorso da cui siamo partiti in un momento in cui il Paese era sotto attaccato" ha detto Chinnici prendendo le difese della legislazione antimafia.
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