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Ascari: "La procedibilità a querela ha creato ampi spazi di impunità"

Via libera dell'Aula della Camera alla proposta di legge sulla procedibilità d'ufficio e l'arresto in flagranza approvato in commissione Giustizia lo scorso 8 marzo. Il testo, approvato ieri a Montecitorio con 156 voti a favore, nessun contrario e 107 astenuti (l'intera opposizione), passa ora al Senato.
Il testo, su cui l'intera opposizione ha deciso di astenersi, modifica in parte la riforma Cartabia prevedendo la procedibilità d'ufficio per tutti i reati per i quali sia contestata l'aggravante del "metodo mafioso o della finalità di terrorismo o di eversione". La proposta di legge rivede, poi, anche il Codice antimafia prevedendo la procedibilità d'ufficio anche per il reato di lesione personale, quando è commesso da persona sottoposta a una misura di prevenzione personale e fino ai tre anni successivi da quando questa si è conclusa. Per quanto riguarda invece l'arresto obbligatorio in flagranza di reato, la proposta di legge lo prevede per i reati procedibili a querela di parte, anche se la querela non è stata ancora presentata, ma lo sarà entro le 48 ore dall'arresto, nel caso in cui la vittima non risulti prontamente reperibile. Scaduto tale termine e se la persona offesa dichiara di rinunciare o rimette la querela, l'arrestato viene rimesso subito in libertà. Grazie a un emendamento approvato in Commissione, quando l'arresto obbligatorio è effettuato in flagranza di reato, ma manca ancora la querela della persona offesa, il giudizio direttissimo viene sospeso finché non sopraggiunge la querela o la rinuncia a proporla oppure non sia decorso il termine previsto.
Durante la seduta a Montecitorio la onorevole Stefania Ascari ha ricordato come "la previsione della querela come condizione necessaria per perseguire diversi delitti odiosi per i cittadini e le cittadine, tra cui le lesioni in ambito familiare e nei contesti delle relazioni affettive, e persino quelle aggravate dal metodo mafioso o dalla finalità terroristica, ha creato ampi spazi di impunità e scaricato sulle vittime il rischio di subire ulteriori ritorsioni".
"Si tratta di un onere che si somma al danno subito. Si crea, cioè, una privatizzazione del contrasto ai reati, che determina una sovraesposizione personale delle vittime, che spesso, come è facilmente immaginabile, rinunciano a presentare querela per non divenire bersaglio di intimidazioni. Di fatto, si è aperta una grave falla sia nella capacità di risposta dello Stato nei confronti della criminalità organizzata, le cui modalità di azione sono, come sappiamo, intimidatorie e ricattatorie, sia nella lotta alla violenza maschile sulle donne".
"Dopo ritardi e un colpevole disinteresse
- ha detto - il Governo ha in parte recepito la nostra proposta, a prima firma del senatore Roberto Scarpinato, per correggere la riforma Cartabia sui reati di grande allarme per i cittadini che sono diventati procedibili solo a seguito di una querela da parte della vittima, anche nel caso di aggravante mafiosa. Si tratta, però, di un'occasione persa, perché il testo del Governo interviene solo su un aspetto, mentre il nostro testo ne affrontava anche altri. Il Governo ha ritenuto di escludere la perseguibilità a querela quando si tratta di reati aggravati dal metodo mafioso o per terrorismo, ma non ci sono solo le lesioni procurate da mafiosi e terroristi. Esiste la violenza in ambito familiare, esistono i reati informatici, le truffe a danno degli anziani. Tutto ciò merita o non merita attenzione?”, ha chiesto la deputata.
In Aula è intervenuto anche Federico Cafiero de Raho, ex procuratore nazionale antimafia.
Per l'ex magistrato "la nostra Polizia giudiziaria deve correre per arrestare il ladro, il sequestratore, l'autore di lesioni aggravate o di violazione di domicilio e lo arresta. Poi? Corre ancora, perché deve cercare colui che può esercitare il diritto di querela, la persona offesa. La deve identificare, la deve trovare, la deve portare in ufficio, deve riempire i verbali. Cosa desideriamo noi? La vogliamo un po' di giustizia in questo nostro Paese? Come faremo noi ad avere protezione dalle Forze di Polizia se dovranno correre per il territorio a fare attività del tutto marginali e irrilevanti? Come si farà in futuro?"
"Prescrizione, improcedibilità, eliminazione delle figure di reato sono tutte cose che non possiamo tollerare e proprio per questo" abbiamo "presentato questa mozione, che vorrebbe che ci fosse unità di intenti per quanto riguarda gli strumenti utilizzati. L'unico strumento effettivo ed efficace contro le illegalità è l'intercettazione delle conversazioni telefoniche, dello scambio dei dati telematici, attraverso il captatore informatico. Questi sono gli unici strumenti. Ebbene, anche questi si vogliono ridurre, perché la corruzione è un reato ordinario e, quindi, bisogna limitare le intercettazioni. Allora, è bene che l'illegalità si diffonda? È questa la valutazione che deve avere il popolo italiano? Ma lo sa il cittadino quello che sta avvenendo in quest'Aula? Credo che non lo sappia. Conoscete tutti persone perbene, persone che osservano le leggi; ma come possono restare indifferenti di fronte a quello che sta avvenendo?".

Per leggere il progetto di legge: camera.it

Foto © Imagoeconomica

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