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"La sparatoria ad Ostia? Per me non è una notizia". Così all'Adnkronos l'ex magistrato Alfonso Sabella commentando l'episodio, ancora tutto da chiarire, accaduto ieri pomeriggio sul litorale romano quando un uomo a bordo di un autobus ha esploso alcuni colpi di pistola. Stando alle prime analisi la vicenda sarebbe legata a dissidi familiari e non a questioni di criminalità organizzata. Per Sabella, invece, l’analisi è diversa. “È fisiologico che quando io parlo di 'camorrizzazione' di Roma abbiamo le classiche stese, l'esplosione di colpi di arma da fuoco per dimostrare la presenza dominante dei clan sul territorio, proprio come avviene a Napoli. Fin quando negheremo che a Roma esistono le mafie questi sono gli eventi di cui saremo spettatori. Il danno l'ha fatto non dico il procedimento Mafia Capitale, quanto l'idea - che è stata fatta passare dopo Mafia Capitale - secondo cui il fatto che quella di Buzzi e Carminati non fosse un'associazione di stampo mafioso equivalesse a dire che la mafia a Roma non esiste. Con tutto quello che poi ne consegue”, ha detto. "Io penso che sia in atto da un po' di tempo un riequilibrio dei poteri ad Ostia - ha aggiunto Sabella, che ritiene che i nuovi gruppi che si stanno formando trovino punti di riferimento nella mafia tradizionale, soprattutto la Camorra -. Il modo che hanno di agire non è simile a quello dei mafiosi siciliani e nemmeno dei calabresi. Credo anche che alcuni gruppi che operavano ad Ostia continuino ad avere un ruolo importante ed altri meno, penso ai Fasciani, che reputo un clan in discesa, dopo le operazioni delle forze di Polizia contro di loro". "La cosa ridicola - spiega ancora Sabella - è che chi spara colpi in aria paga un'ammenda di 103 euro. Chi partecipa ad un rave party o si fuma qualche canna in più finisce in carcere. Fin quando si continuano a sottovalutare questi fenomeni le cose non cambieranno. Se facciamo riforme della giustizia di pancia e lasciamo norme che risalgono al periodo fascista o al periodo del brigantaggio, dove tutti potevano portare le armi con sé, assisteremo ancora a situazioni di questo tipo".

Foto © Imagoeconomica

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