E al processo trattativa sono stati depositati i verbali di Angelo Niceta
di AMDuemila
Da una parte le indagini sulle minacce subite da Massimo Ciancimino. Dall’altra le dichiarazioni del testimone di giustizia Angelo Niceta, uno dei membri della famiglia di imprenditori e commercianti di abbigliamento, che sono stati depositati al fascicolo del processo trattativa Stato-mafia, in corso davanti alla Corte d’assise. Sono queste le due novità che riguardano direttamente ed indirettamente Ciancimino jr, che venerdì sarà ancora una volta sentito nel dibattimento che vede alla sbarra assieme mafiosi, politici e uomini delle istituzioni.
Niceta, ammesso al programma di protezione previsto per i testimoni di giustizia, ha rilasciato dichiarazioni ai pm della Dda di Palermo Pierangelo Padova e Nino Di Matteo ed in parte confermerebbe alcuni scenari descritti dallo stesso figlio di don Vito.
In particolare parlerebbe dei rapporti tra alcuni dei propri parenti e Bernardo Provenzano. Un supporto alle dichiarazioni di Ciancimino che aveva parlato della vicinanza dei Niceta a Cosa nostra, aggiungendo si avere incontrato il superlatitante Provenzano, proprio nel periodo di svolgimento della trattativa, in un immobile riferibile agli imprenditori. Dell’incontro Niceta (assistito dall’ex pm Antonio Ingroia e dall’avvocato Francesca Russo) non saprebbe nulla ma comunque fornisce riscontri rispetto a quanto detto dal figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, teste-imputato al processo trattativa. E dopo questo deposito non è escluso che il testimone di giustizia possa essere convocato a deporre di fronte alla corte presieduta da Alfredo Montalto.
Fronte aperto sulle minacce subite
Nel frattempo l’indagine sulle minacce subite dallo stesso Ciancimino jr, potrebbe non essere archiviata. Il fascicolo, aperto nel 2008, è contro ignoti e secondo i pm, che avrebbero chiesto l’archiviazione il mese scorso, non vi sono particolari novità. Tuttavia il gip Lorenzo Matassa ha respinto la richiesta fissando l’udienza per sentire le parti, capire quelli che sono stati gli accertamenti fatti ed eventualmente ordinare un supplemento di indagini.
Gli episodi inseriti nel fascicolo, di cui si occuparono i pm Antonio Ingroia (poi sostituito da Vittorio Teresi) e Nino Di Matteo, riguardano proprio le denunce fatte da Ciancimino. La prima faceva riferimento al recapito a casa di un pacco con una bomboletta di gas e una siringa. Poi, qualche mese dopo, in dicembre, vi fu la denuncia di un inseguimento subito nel tragitto dall'aeroporto a Palermo da un un uomo che guidava una moto Enduro. Ciancimino jr aveva annotato il numero di targa che risultò essere stata rubata. Inoltre un’altra moto era stata rubata dal fratello Giovanni. Adesso i magistrati della procura hanno chiesto l’archiviazione lo scorso 4 aprile ma il Gip non ha ritenuto di accogliere la richiesta.