L’ultimo sfregio lo scorso 2 novembre quando un assessore, nel ricordare le vittime barcellonesi, ha dimenticato di nominare il giornalista
“Siamo stanchi di vedere considerato nostro padre come una vittima di serie C”, a dirlo è Sonia Alfano, ex europarlamentare e figlia del giornalista barcellonese Beppe Alfano, assassinato da Cosa Nostra l’8 gennaio 1993. "Lo scorso 2 novembre - ha spiegato Sonia Alfano - l’assessore barcellonese ha fatto una diretta dal Cimitero di Barcellona per rendere omaggio ai barcellonesi illustri defunti e seppelliti a Barcellona. Una carrellata di nomi, alcuni a mio avviso discutibili, e ovviamente non una sillaba in merito a mio padre”.
"Sono quasi 31 anni - ha affermato Chicco Alfano, fratello di Sonia - che la memoria di nostro padre viene costantemente oltraggiata volontariamente. Abbiamo sempre fatto finta di nulla perché sappiamo quanto nostro padre amasse la sua Barcellona ma adesso basta, questo suo viscerale amore per la sua città non è mai stato corrisposto”. La famiglia del cronista de La Sicilia ha chiesto quindi “l’autorizzazione a portare via nostro padre in un'altra città, dove siamo certi sarà ben voluto e rispettato come chi ha sacrificato la propria vita per liberare questa terra dalla mafia". "La decisione dell'assessora alla Cultura di Barcellona Pozzo di Gotto di non ricordare, in una diretta Facebook dal cimitero, tra i concittadini illustri il cronista della Sicilia Beppe Alfano, assassinato dalla mafia nel '93 - sottolinea il coordinatore di Figec Cisal Sicilia, Giulio Francese - suscita perplessità e preoccupazione: ci auguriamo che non costituisca il segno di una tendenza a cancellare la memoria di quei giornalisti che in Sicilia hanno pagato un altissimo tributo di sangue all'impegno professionale condotto senza sconti e timidezze nei confronti di alcuno. E Beppe Alfano era uno di questi".
In foto: il punto in cui fu ammazzato dalla mafia il cronista Beppe Alfano a Barcellona Pozzo di Gotto (Me)
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