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mirarchi omicidioTremila persone per l’ultimo saluto al maresciallo
di AMDuemila
Colti con le mani nel sacco i criminali avrebbero reagito facendo fuoco e ferendo a morte il maresciallo dei carabiniere Silvio Mirarchi, ucciso la notte tra il 31 maggio e il 1 giugno mentre era impegnato, con un collega, in un servizio di appostamento nei pressi di alcune serre di marijuana. Questo quanto emerge dai primi approfondimenti investigativi. Il maresciallo e un suo collega, avendo notato il movimento e la presenza al buio di persone sospette, si sono avvicinati per verificare e giunti a circa 60 metri da questi hanno acceso le torce qualificandosi come Carabinieri. Ecco che improvvisamente il gruppo di malviventi, che secondo i dati raccolti stavano spostando la canapa afgana da alcune serre di contrada Ventrischi di Marsala, ha aperto il fuoco ferendo a morte Mirarchi. Finora, secondo la procura di Marsala, diretta da Anna Sessa,  non ci sono elementi per ipotizzare un collegamento tra quanto avvenuto il 31 maggio e il ritrovamento (in contrada Ferla, nel territorio di Mazara del Vallo) effettuato circa 10 giorni fa, sempre dalla compagnia carabinieri di Marsala, di un'altra piantagione di canapa indiana. Tra le due contrade vi è una distanza di circa 10 chilometri. Le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal pm di Marsala, Anna Cecilia Sessa, proseguono senza sosta. Giovedì sono state scoperte due serre con seimila piante di marijuana e è stato arrestato un cinquantaquattrenne di Partinico (Palermo), Francesco D'Arrigo, ritenuto il proprietario o gestore delle serre.

Un fatto tragico e allarmante che ha scosso gran parte della società civile, da anni non veniva ucciso in Sicilia un esponente delle forze dell'ordine. "Posso assicurare che in provincia di Trapani l'impegno dello Stato è al massimo livello - ha dichiarato il procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato - anche per questa ragione mi sembra ancor più grave l'omicidio di un carabiniere". “ Le piantagioni di marijuana sono un ottimo investimento per le casse dell'organizzazione - ha aggiunto - ma sono difficili da gestire, vanno spostate spesso e poi curate".

Tre mila persone ai funerali
All'arrivo del feretro, nella chiesa Madre di Marsala in lutto cittadino, è partito un lungo applauso in piazza della Repubblica. Ben tre mila persone oggi hanno voluto dare l'ultimo saluto a Silvio Mirarchi. "Una purezza di cuore tradotta in integrità e fedeltà", ha detto l'ordinario militare per l'Italia, monsignor Santo Marcianò, nell'omelia. “Da una parte Silvio - ha aggiunto - è stato disposto a morire per i giusti, affinché tanti innocenti, soprattutto giovani e ragazzi, fossero protetti dai lacci di quei mercanti di morte; dall'altra è stato pronto a 'morire per gli empi', per assicurare questi mercanti di morte alla giustizia e, assieme, alla possibilità di recupero, di redenzione".
"Quest'anno Silvio Mirarchi non è stato il primo dei caduti dell'Arma nell'adempimento del dovere, anche in altre parti d'Italia abbiamo registrato di questi fatti: non so se qui c'è stata un'impennata della criminalità, però è un fatto che ogni tanto si debba pagare con una vittima e un sacrificio", ha affermato il generale Del Sette. "Fino all'ultima notte in cui ha prestato servizio, Mirarchi è stato un carabiniere di grande valore che ha fatto onore all'uniforme che ha indossato, è stato vittima del dovere, vittima della criminalità organizzata", ha aggiunto il generale.
Presente anche il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, assieme al comandante dell'Arma dei carabinieri, generale Tullio Del Sette, al prefetto di Trapani Leopoldo Falco,al procuratore di Trapani, Marcello Viola, al nuovo procuratore di Marsala, Vincenzo Pantaleo, che dovrebbe insediarsi tra un paio di settimane. Per oggi il sindaco di Marsala, Alberto di Girolamo, ha proclamato il lutto cittadino.

Il business della Marijuana
A Marsala e la zona tra Mazara del Vallo e Trapani - insieme ad alcune aree dell'Agrigentino e del Siracusano - nell'ultimo anno anno sono state sequestrate decine di piantagioni di cannabis. Un business portato avanti dalla criminalità locale che non sembra, finora, avere collegamenti con la mafia. A Marsala l'ultimo "coltivatore diretto" di marijuana scoperto è Antonio Zerilli, che aveva impiantato una piccola piantagione nel giardino di casa e vendeva direttamente la droga. L'ultima operazione antidroga un po' più consistente (250 tra piante e piantine) era stata portata a termine dai carabinieri in un uliveto di contrada Amabilina. In quell'occasione fu arrestato un quarantunenne, Antonino Nibbio, che patteggiò una condanna a un anno e mezzo, pena sospesa.

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