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vasta-giuseppedi AMDuemila - 4 marzo 2015
Decapitato il vertice del mandamento mafioso di Misilmeri - Belmonte Mezzagno. Alle prime luci dell’alba il Comando Provinciale di Palermo ha portato a termine l’Operazione denominata “Jafar” con l’arresto di 7 possibili esponenti mafiosi tra cui il presunto capo del mandamento e i reggenti delle famiglie mafiose di Belmonte Mezzagno e Bolognetta che ne costituiscono articolazione, oltre ad alcuni “uomini d’onore” della consorteria.
I fermi, emessi dalla Procura Distrettuale di Palermo hanno interessato: Giuseppe Vasta (in foto), 65 anni, presunto reggente del mandamento, Filippo Bisconti, 54, reggente del clan di Belmonte, Pietro Cireco, 74 anni, reggente della cosca di Bolognetta, Giovanni Ippolito, 47 anni, Aristide Neri, 35 anni, Antonino Pirrone, 45 anni e Alessandro Ravesi, 43 anni.


Secondo gli inquirenti gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e minaccia aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafi sono iniziate nel 2013 e sono una prosequzione dell’oprazione “Sisma”. Gli inquirenti  hanno accertato come dopo la reggenza di Lo Gerfo Franco, il mandamento sia passato nelle mani di Vasta Giuseppe coadiuvato da tre suoi “picciotti” fidati: Ravesi Alessandro, Ippolito Giovanni e Neri Aristide


Le estorsioni
Dall’inchiesta emerge come nel territorio di Misilmeri - Belmonte Mezzagno sia ancora forte e radicata l’attività di estorsione e la capacità di cosa nostra di imporre la propria presenza, ma allo stesso tempo si riscontro la presenza di imprenditori capaci di infrangere il muro dell’omertà e di affidarsi alle Istituzioni. Le indagini infatti si sono anche avvalse in modo rilevante della collaborazione delle vittime del pizzo.
Sono state documentate ben 5 vicende estorsive nei cofronti di imprenditori edili e di commercianti della zona, alcune dalle note violente e tetre.
Come ad esempio l’episodio accaduto nella notte dell’8 marzo 2014, quando furono collocati sulla saracinesca di una macelleria del comune di Marineo dei crisantemi accompagnati da una chiara scritta intimidatoria:”Fatti i cazzi tuoi”.
Così come il piano, scoperto grazie alle intercetazioni, di picchiare a colpi di bastone un commerciante mentre rientrava da casa e di sequestrare un albergatore, che non voleva cedere alle loro richieste e che quindi andava minacciato di morte e intimorito.

Già il 14 aprile 2014 nell’ambito dello stesso contesto investigativo erano stati arrestati Cucca Giosué, Badami Alessandro e Ciaramitaro Francesco Antonino per un tentativo di estorsione in danno dell’Ard Discount di Bolognetta. Gli approfondimenti investigativi hanno quindi permesso di ricostruire l’episodio nella sua completezza, riconducendolo al vertice del mandamento.

Un nuovo pentito
A dare un grande contributo nell'indagine è stato anche un nuovo collaboratore di giustizia, Salvatore Sollima di Bagheria che avrebbe cominciato il 24 febbraio ha rilasciare dichiarazioni portando alla scoperta, nella sua abitazione, di armi cariche, munizioni e un rilevatore di microspie. Sollima ha un precedente per estorsione ma ha iniziato a collaborare da libero, dopo essere stato scarcerato, per assicurare alla figlia di sette anni, una vita diversa.

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