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L’intervista di Visione TV al caporedattore di ANTIMAFIADuemila dopo l’uscita del libro “La ‘Ndrangheta stragista”

Quello che è emerso con il processo ‘Ndrangheta stragista è l’esistenza di una commissione di interessi all’interno di un unico sistema criminale, di cui fanno parte anche le mafie, ma all’interno di un disegno politico-eversivo e stragista. Anche il Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo ha spiegato che dietro le stragi c’era un disegno eversivo servente di un quadro molto più ampio. Un tracciato in cui Cosa Nostra e ‘Ndrangheta si sono mosse in maniera unitaria. Personalmente, ritengo che ci sia la possibilità che abbiano preso parte anche uomini della massoneria deviata, dei servizi segreti deviati e dell'eversione nera”. Con queste parole, il caporedattore di ANTIMAFIADuemila, Aaron Pettinari, intervenuto sul canale Visione TV, ha spiegato a pochi giorni di distanza dall’uscita del suo ultimo libro “La ‘Ndrangheta stragista”, disponibile in edicola e online dal 24 novembre scorso, che Cosa nostra, in realtà, non è stata l’unica organizzazione criminale coinvolta nel terribile attacco allo Stato avvenuto tra il ‘92 e il ‘93. Difatti, sono state proprio le sentenze del processo di Reggio Calabria e gli elementi che sono stati sintetizzati all’interno del libro “La ‘Ndrangheta stragista” che descrivono l’appoggio concreto e non solo morale, che la criminalità organizzata calabrese ha fornito alla mafia palermitana durante le stragi dei primi anni ‘90. Fatti e circostanze inquietanti che potrebbero fare da cornice alle parole di Graviano, il quale “ha parlato in maniera molto chiara - ha spiegato Pettinari - di una figura come Silvio Berlusconi e dei rapporti economici che la famiglia Graviano avrebbe avuto con l’ex premier. Addirittura, è stato lo stesso Graviano a parlare di tre incontri avvenuti con Berlusconi durante il periodo di latitanza del boss”. Sempre all’interno dello stesso quadro, potrebbero rientrare anche le ‘profezie’ di Salvatore Baiardo, dal momento che è stato proprio il gelataio di Omegna a pronosticare con successo l’arresto del boss stragista Matteo Messina Denaro, ormai morente a causa di una malattia incurabile. “Su Baiardo - ha ricordato Pettinari - pende una richiesta di arresto da parte della Procura di Firenze per falsa testimonianza resa ai pm rispetto alla vicenda della presunta fotografia”. Foto, nella quale sarebbero stati immortalati Berlusconi insieme a Giuseppe Graviano e al generale dei carabinieri Francesco Delfino. “Noi, come ANTIMAFIADuemila, abbiamo intervistato Baiardo, e l’idea che ci siamo fatti è che lui non parla per se stesso. Probabilmente lancia dei messaggi per conto dei Graviano” - prosegue - “Sulla vicenda della cattura di Messina Denaro, fermo restando l’ottima operazione condotta dai carabinieri del Ros e del lavoro svolto dalla Procura di Palermo, esistono diverse anomalie che riguardano la latitanza del boss stragista negli ultimi due anni. Campobello di Mazara, il luogo in cui si trovava il boss, negli ultimi anni è stata oggetto di numerose inchieste. Tuttavia, non è mai comparsa una singola immagine; poi ci ritroviamo un Messina Denaro che viveva lì da tempo. Tantissime immagini e messaggi di lui che, tranquillo, va a farsi curare presso la clinica ‘La Maddalena’. Ovviamente, la vicenda di Baiardo non può essere spiegata con poche parole - ha precisato Pettinari - ma deve essere indagata. Soprattutto le cose che Baiardo stesso ha detto e poi si è rimangiato”. Dunque, all’interno del libro “La ‘Ndrangheta stragista”, non ci sono soltanto le storie dei due capimafia Rocco Santo Filippone e Giuseppe Graviano, entrambi condannati all'ergastolo ed entrambi ritenuti responsabili, in qualità di mandanti, di quegli attentati ed omicidi avvenuti tra il dicembre 1993 e il febbraio 1994, in cui furono uccisi gli appuntati Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, ma anche le storie e le vicende che mettono in luce i legami tra diverse organizzazioni criminali e la realtà di un Paese colmo di misteri e schiavo degli interessi dei poteri forti.

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