di AMDuemila
Per i legali: “I problemi respiratori e cardiocircolatori lo metterebbero in serio pericolo in caso di contagio”
Dopo Pasquale Zagaria, Rocco Santo Filippone e Francesco Bonura ecco che anche per Nicolino Grande Aracri (61 anni), boss dell’omonima cosca di Cutro nonché capo crimine dell’intera provincia crotonese, potrebbero spalancarsi le porte della cella. O almeno è quello che spera. I suoi avvocati infatti, come i legali degli altri boss scarcerati, stanno facendo leva sulle condizioni di salute del loro assistito affinché gli vengano concessi i domiciliari, facendo presente che nel carcere milanese di Opera dove si trova detenuto in regime di 41 bis potrebbero acuirsi fatalmente in caso venisse contagiato dal Covid-19. “I problemi respiratori e cardiocircolatori metterebbero in serio pericolo Grande Aracri nel caso venisse contagiato da Coronavirus” ha dichiarato l’avvocato Gregorio Viscomi che insieme al collega Filippo Giunchedi ha depositato l’istanza di scarcerazione. Istanza sulla quale, però, dovranno pronunciarsi anche la Procura di Bologna e il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, come da ultime disposizioni del governo. Non è da escludersi, come scrive il quotidiano Il Crotonese, che il parere venga condizionato ad una perizia medica sull’effettivo status salutare del boss. Nicolino Grande Aracri, detto “mano di gomma”, aveva tentato anche l’anno scorso di ottenere gli arresti domiciliari ma ricevette il “no” del giudice dell’udienza preliminare di Bologna, dal quale il capo mafia crotonese è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione nell’ambito del famoso processo “Aemilia” con sentenza passata in giudicato.
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