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gambino-rosariodi Savino Percoco - 8 febbraio 2014
Negli scorsi giorni, la Corte d’Appello di Palermo ha assolto Rosario Gambino per non aver commesso il fatto; decade quindi anche l’obbligo di dimora.
Il nipote di Joseph Gambino, era accusato per un traffico di 40 chili di eroina, rinvenuti all'aeroporto milanese di Linate e destinati al mercato siciliano.

Durante la detenzione in America, il 6 giugno 1983, il tribunale di Palermo, lo condanna in primo grado a 20 anni di carcere, pena poi ridotta dalla Corte d’Appello, fino all’annullamento della Cassazione e la disposizione di un nuovo giudizio.
Quest’ultima, escludendo il reato per associazione mafiosa, ha ritenuto, ampiamente decorsi i termini di fase legati al momento del mandato d’arresto, considerando valide anche le questioni sollevate dalla difesa del boss, riguardo il “legittimo impedimento”. Difatti, secondo il suo legale, avv. Anthony De Lisi, le precedenti sentenze, giunsero mentre  Gambino scontava la pena nei carceri d’oltre oceano e privo di ogni informazione giuridica legata al processo che lo vedeva imputato. Di fatto, venivano a mancare le garanzie sul suo diritto di difesa, e Il 5 luglio 2012 la Cassazione richiede la scarcerazione con l'obbligo di dimora a Palermo, fino alla recente assoluzione.

Rosario Gambino, 72 anni, nipote di Joseph, padrino della mafia americana e coinvolto nei primi anni ’80 nell’inchiesta Spatola-Inzerillo nota come “pizza connetion”, coordinata dal giudice Giovanni Falcone e riguardante un colossale traffico di droga tra la Sicilia e gli Usa.
Le imputazioni dalle quali Gambino è stato assolto si riferiscono a vicende comprese tra il '78 e '80 e sono quasi contemporanee rispetto a quelle contestategli negli Stati Uniti. La vicenda americana riguarda un traffico di 8 chili di eroina che furono scoperti a New York: per questo motivo Gambino è stato condannato a 28 anni di carcere che ha quasi del tutto scontato negli Usa.

CENNI STORICI
gambino-carlo-josephIl nome Gambino, riporta la mente all’omonima famiglia criminale italo-americana che vede le sue origini di potere nella metà degli anni ’50 con l’avvento del noto Carlo che diresse le losche attività per quasi un ventennio fino alla sua morte, avvenuta nel 1976.
Fisico mingherlino e aspetto distante dal terrificante che solitamente si associa a uomini criminali; carattere apparentemente mite e pacato, resse saldamente le fila dell'organizzazione agendo nell'ombra con astuzia più che con  violenza. Legato ai valori tradizionali mafiosi, non fu mai arrestato durante la sua “reggenza”, e all'apice del potere assoldava  500 uomini d'onore con 2000 affiliati. Una famiglia mafiosa che prosegue fino ai tempi recenti, con i suoi figli legittimi Thomas, John e Michele (Michael), giunto da una relazione extraconiugale. Infine, si presume che il personaggio di don Vito Corleone, recitato da Marlon Brandon nel film “Il Padrino” di Mario Puzo e diretto da Francis Ford Coppola, sia ispirato proprio a Carlo Gambino.

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