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di Agende Rosse ''Paolo Borsellino e Giovanni Falcone''
di Varese
Sabato, 5 dicembre 2015, si è svolto presso l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese l’incontro dal titolo “Chi ha paura di Nino Di Matteo?”, organizzato dal Movimento delle Agende Rosse di Varese. Alla manifestazione diretta ai ragazzi dell’Università, ma aperta anche alla cittadinanza, hanno partecipato come relatori il magistrato antimafia di Palermo Nino Di Matteo, il fondatore del Movimento delle Agende Rosse Salvatore Borsellino, i docenti universitari Fabio Minazzi e Antonio Maria Orecchia. Moderatore della giornata è stato il dott. Roberto Rossetti. Da ricordare la presenza in sala di numerose personalità, tra le quali il sostituto procuratore del tribunale dei minori di Milano Anna Maria Fiorillo.



L’evento si è aperto con il prof. Minazzi che ha portato i saluti dal parte del rettore ed ha introdotto brevemente la giornata. E’ seguita la lettura del discorso preparato dal Movimento delle Agende Rosse "Paolo Borsellino e Giovanni Falcone" di Varese da parte di due ragazze del gruppo: Laura e Giulia, da sottolineare un passaggio importante nel quale si ricorda che “la mafia non è un cancro maligno, perché i cancri maligni non si possono vincere, mentre la mafia si può debellare”. Il moderatore ha quindi introdotto il libro del dott. Di Matteo Collusi, scritto in collaborazione con Salvo Palazzolo, giornalista di Repubblica. L’apice dell’evento è stato raggiunto durante l’intervento del magistrato, il quale con un profondo senso di umanità, ma senza mai violare la propria deontologia professionale ci ha ricordato quanto questo sia un paese che sta perdendo la memoria rispetto a molte sentenze passate in giudicato e dimenticate dagli organi di stampa e dall’opinione pubblica; ci ha ricordato quanto preziosa sia l’indipendenza della magistratura sia dalla politica sia dai vari esecutivi che si susseguono al governo del nostro paese, questo non perché con tale indipendenza la magistratura possa sfruttare un privilegio, ma perché questo è il modo migliore per difendere e tutelare la legge, basandoci sempre sul principio fondamentale che la legge è uguale per tutti.

FOTOGALLERY © Giancarlo Finessi


Ancora, Di Matteo ci ha ricordato tutti gli altri magistrati e membri delle forze dell’ordine che in passato hanno subito questa forma di isolamento istituzionale e sono stati successivamente uccisi da Cosa nostra. A tal riguardo è da segnalare un intervento di un cittadino, tra i tantissimi presenti in sala, il quale con imbarazzo ha ricordato la stortura di un sistema per il quale devono essere gli stessi cittadini a difendere il magistrato per permettergli così di continuare il proprio lavoro. Nella seconda parte dell’evento hanno preso la parola i docenti: il prof. Orecchia ci ha riportato alcuni documenti storici relativi alla seconda guerra mondiale nel quale si invocava l’intervento della mafia per risolvere il problema del banditismo, anziché coinvolgere lo Stato ritenuto troppo debole; il prof. Minazzi ha ricordato quanto la mancanza di senso civico presente nel nostro paese non sia un fenomeno da ricondurre all’ignoranza, ma purtroppo ad un fatto culturale. L’evento si è concluso con l’intervento accorato e determinato di Salvatore Borsellino, il quale ha ricordato con quanta forza e determinazione continua la “sua lotta” per far sì che si possa raggiungere una “verità vera”. In chiusura la coordinatrice del gruppo Agende Rosse, Anna insieme alle ragazze, hanno consegnato una targa commemorativa della giornata a Salvatore Borsellino, Nino Di Matteo e all’Università. Preme ricordare l’impegno del Gruppo che con passione e tanta dedizione coinvolgono i ragazzi a partecipare, a parlare pubblicamente, ricalcando quello spirito di “fresco profumo di libertà” tanto caro a Paolo Borsellino; è grazie a persone come loro se eventi di questa portata possono essere svolti ed è grazie a loro che questi ragazzi possono imparare a camminare con le proprie gambe nel rispetto delle regole della società.

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