di Giulietto Chiesa
C'è qualcosa che non funziona, qui sotto il sole. Scoppiano, uno dopo l'altro scandali sessuali a scoppio ritardato. Il "bianco suprematista" è ormai il mostro. Guai a rimanere soli in ascensore con una donna. È diventato rischioso. Da un lato ogni pubblicità ti invita a "liberare i tuoi istinti", dall'altro l'indicazione implicita proveniente dal mainstream è "fatti monaco se non vuoi finire nei guai".
Se hai toccato il ginocchio di una fanciulla 20 anni fa devi provare rimorso? Comunque devi essere politically correct. È obbligatorio. E per questo devi cambiare il tuo vocabolario. Altrimenti ti mettiamo in un angolo. Ma tutto l'immaginario collettivo è strapieno di sesso. C'è un certo senso di dissonanza cognitiva.
Viene qualche sospetto. È come se ti spingessero a guardare dove non dovresti. In tutti i sensi. Il mondo sta precipitando verso una crisi gigantesca e "loro", quelli con il piffero in bocca, stanno suonando una musica strana. La cui stonata melodia crea barriere fittizie tra gl'individui, motivate dal sesso, o dalla sua mancanza, o dalle forme che esso assume.
Il sospetto è che stiano frettolosamente calando un sudario sul disastro che ci attende. E su quel sudario stiano proiettando un film semi-pornografico. Per poi chiederci perentoriamente di pentirci di averlo guardato.
Tratto da: megachip.globalist.it
Immagine di copertina: la locandina del film "L'uomo che amava le donne" di François Truffaut
Vietato avvicinarsi alle donne!
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