Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Sentito in numerosi processi, c'erano ancora verbali secretati sulle sue dichiarazioni. Indagano i carabinieri

Il collaboratore di giustizia Armando Palmeri, factotum del capomafia di Alcamo Vincenzo Milazzo (ammazzato per vendetta dai corleonesi nel luglio del 1992), è stato trovato morto questo pomeriggio nella sua abitazione di Partinico.
Da tempo, infatti, era tornato in Sicilia in quanto non era più inserito in un programma di protezione.
Secondo i primi accertamenti sembrerebbe che il decesso sia per cause naturali, forse un infarto, ma la Procura di Palermo vuole comunque vederci chiaro ed ha disposto ulteriori accertamenti che potrà chiarire l'autopsia.
In particolare negli ultimi anni le sue dichiarazioni erano state prese in seria considerazione in tutte le indagini che riguardavano la stagione delle stragi, ed in particolare sulla ricerca dei cosiddetti mandanti esterni.
"Nei mesi precedenti la scomparsa di Vincenzo Milazzo, da gennaio 1992 a qualche settimana prima del suo omicidio, lo stesso si incontrò per tre volte con dei soggetti appartenenti ai servizi segreti che dovevano mettere in atto una destabilizzazione dello Stato. Si parlava di bombe, di una guerra batteriologica" aveva dichiarato quando era stato sentito della Corte d'Assise d'Appello di Palermo nel processo d'Appello sulla trattativa Stato-Mafia. Parole che erano state ripetute a Caltanissetta (processo Capaci bis e quello per le stragi del '92 contro Matteo Messina Denaro) e Reggio Calabria (processo 'Ndrangheta stragista).

Dichiarazioni importanti
Seppur non formalmente affiliato Palmeri si era ritrovato a gestire la latitanza dello stesso Milazzo (così come quella di altri sodali del gruppo, Antonino Alcamo, Vito Diliberto e Simone Benenati), pian piano entrando in confidenza fino a condividere i segreti del boss a cui faceva da confidente, autista e braccio destro.
Più volte aveva accompagnato Milazzo ad appuntamenti, anche con politici ed imprenditori, ma quegli incontri nei primi mesi del 1992 segnarono profondamente la vita di entrambi.


report 2gen bonomo


"Lui sapeva che si sarebbe dovuto incontrare con uomini dei servizi, ma non sapeva cosa volessero esattamente - ha ricordato rispondendo alle domande del sostituto Pg Giuseppe Fici - Al primo incontro avrebbe voluto che partecipassi anche io, ma ho sempre preferito restare defilato".
Quindi aveva riferito i commenti che Milazzo fece dopo gli incontri: "Diceva sostanzialmente che questi erano matti, che erano loro la vera mafia. Mi disse che volevano che ci adoperassimo per la destabilizzazione dello Stato. Io credo che quella era una cosa molto riservata. Ricordo che Milazzo tremava. C'era un periodo di tensione molto forte. Lui mise in atto la 'strategia del Ni'. Da un lato si mostrava restio e contrario, dall'altro aveva comunque paura di poter essere eliminato se avesse detto no. Quindi preferì un'azione mista".
Quel "Nì", evidentemente, non piacque ai vertici che lo ucciso  il 14 Luglio 1992, pochi giorni prima della strage di Via D'Amelio. E il giorno dopo fu uccisa anche la compagna, incinta, Antonella Bonomo, che aveva un parente proprio nei servizi segreti, così come riscontrato dalla Procura di Caltanissetta.
Proprio la ricerca delle motivazioni che si nascondono dietro le uccisioni di Vincenzo Milazzo ed Antonella Bonomo sono tra i punti che tutt'oggi vengono approfonditi dagli organi inquirenti.
Ed è chiaro che Palmeri aveva notizie di prima mano sul punto. Al processo trattativa Stato-mafia Palmeri ha detto di ricordare ancora oggi alcuni dettagli somatici dei due soggetti che vide con Milazzo. Ma quando nel 1998 gli mostrarono un album fotografico per individuarli i volti di queste persone non c'erano.
Ma il pentito era a conoscenza anche di altro.


report 2gen palmeri


Il rapporto con Gioè
Lo scorso anno, intervistato da Report, Palmeri raccontò anche ciò che seppe da Antonino Gioè, ex boss di Altofonte morto in circostanze misteriose nel carcere di Rebibbia la notte tra il 28 e il 29 luglio del 1993 (venne ritrovato impiccato con i lacci delle scarpe nella cella in cui trascorreva la detenzione).
Un soggetto che, secondo un'informativa dei carabinieri, non era solo un mafioso, ma un uomo di destra, ex paracadutista, nonché soggetto adatto ad operazioni riservate.
"A volte lo accompagnai ad incontri particolari con uomini delle istituzioni - ha detto Palmeri intervistato da Paolo Mondani - Se parlammo di Capaci? Mi disse ufficiosamente che a 'Giovannieddu (Brusca, ndr) ci paria che era iddu a farlo esplodere'. Mi diceva che il dispositivo per lanciare l'impulso era un giocattolo e che era in sinergia con altra gente. Cosa mi sta dicendo? Era un'operazione militare perfetta".
Inoltre Gioé gli avrebbe riferito anche di un traffico di materiale radioattivo e dell'arrivo di elicotteri con materiale fissile nucleare che sarebbe stato scaricato proprio nel territorio di Alcamo. Addirittura ha affermato di aver visto queste casse.
Ed alla domanda se questo traffico serviva anche a finanziare le stragi il pentito ha preferito non rispondere in quanto vi sarebbero delle indagini in corso. La risposta, probabilmente, è nel verbale secretato dell'interrogatorio di Palmeri.
Recentemente aveva scritto un libro, intitolato "Solo un uomo... solo" (edito da Youcanprint) con tanto di video trailer su YouTube. Un volume in cui si parla di Alcamo, delle faide sanguinarie a cavallo degli anni Ottanta e Novanta, di servizi segreti deviati ed anche del suo stretto rapporto con Milazzo. Recentemente Palmeri aveva contattato la nostra redazione. Era nostra intenzione intervistarlo proprio sui suoi Misteri. Non abbiamo fatto in tempo. E' morto.
Quel che è certo è che le Procure continueranno ad indagare.

ARTICOLI CORRELATI

I protagonisti delle stragi del '92-'93. Quella pista che guarda a destra

Capaci, la strage e quel summit 007-boss

Processo Trattativa Stato-Mafia, Palmeri parla dei servizi segreti

'Ndrangheta stragista, Palmeri: ''Servizi segreti dietro a progetto di destabilizzazione dello Stato''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos