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Stanno suscitando la massima attenzione di Onu e Stati Uniti i disordini scoppiati in Senegal dopo l'annuncio del rinvio delle elezioni previste per questo mese. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres - ha dichiarato il suo portavoce Stephane Dujarric - segue "molto da vicino" la situazione nel Paese africano e auspica che "tutte le parti coinvolte mantengano un ambiente pacifico, si astengano dalla violenza e da qualsiasi azione che possa minare il processo democratico e la stabilità in Senegal e risolvano rapidamente le differenze attraverso il consenso, in linea con la lunga tradizione di governo democratico del Senegal". Da Washington, anche il portavoce del Dipartimento di Stato, Vedant Patel, si è detto "profondamente preoccupato per la situazione in Senegal" e ha dichiarato che l'Amministrazione segue da vicino gli eventi. "Il Senegal ha una forte tradizione di democrazia e di transizione pacifica del potere. Pur riconoscendo le accuse di irregolarità, siamo preoccupati per l'interruzione delle elezioni presidenziali ed esortiamo tutti i partecipanti al processo politico a partecipare pacificamente all'importante sforzo per svolgere elezioni libere, giuste e tempestive", ha affermato. Il portavoce americano ha chiesto a Dakar di "ripristinare immediatamente l'accesso a Internet e di rispettare la libertà di espressione". 
Ieri il Parlamento del Senegal ha approvato all'unanimità un disegno di legge volto a rinviare le elezioni al 15 dicembre, dopo che la polizia aveva espulso i deputati dell'opposizione. Il presidente, Macky Sall, ha annunciato venerdì il rinvio del voto a data da destinarsi dopo che un candidato di spicco, Karim Wade, figlio del predecessore di Sall, Abdoulaye Wade, era stato escluso dal Consiglio costituzionale. In risposta, il Partito Democratico Senegalese (Pds) ha accusato alcuni membri di corruzione e ci sono state manifestazioni di piazza. La polizia è intervenuta con gas lacrimogeni per disperdere la folla, che ha lanciato lo slogan "Macky Sall dittatore". Le autorità hanno sospeso internet adducendo motivi di sicurezza nel contesto delle manifestazioni antigovernative e sospeso la trasmissione di un canale televisivo con l'accusa di "incitamento alla violenza".
   

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