Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

La Procura regionale del Centro Nord di Santiago ha chiesto l'incriminazione formale per "costrizioni illecite con risultato di lesioni gravi e omicidio" contro il direttore dei Carabineros del Cile, Ricardo Yáñez, a causa della sua condotta durante la protesta sociale del 2019. "C'è una richiesta di formalizzazione e stiamo aspettando l'udienza per prendere una decisione come governo. Siamo in attesa delle risoluzioni che la giustizia riterrà opportune", ha dichiarato mercoledì la ministra della Segreteria Generale di Governo, Camila Vallejo, entrando al Palazzo de La Moneda. Il giornale locale La Tercera ha dettagliato che il documento è stato presentato martedì pomeriggio dal procuratore regionale del Centro Nord, Xavier Armandáriz, che ha anche chiesto l'incriminazione dell'ex direttore generale Mario Rozas e dell'ex vice direttore dei Carabineros, il generale Diego Olate. Gli avvocati difensori di Rozas, Felipe Barruel e Susana Borzutzky, hanno dichiarato che aspetteranno "con calma e tranquillità" l'udienza per presentare le prove che dimostrerebbero la "totale innocenza" del loro assistito. L'indagine della Procura si concentra sulla determinazione delle responsabilità degli alti comandi dei Carabineros durante la repressione della protesta sociale dell'18 ottobre 2019, che si è protratta fino a marzo dell'anno successivo e che ha causato la morte di oltre 30 manifestanti. La procuratrice Ximena Chong è stata una delle più insistenti nell’investigare i fatti, tanto da chiedere in numerose occasioni la comparizione di Yáñez, che nell'aprile dello scorso anno ha deciso di non rilasciare dichiarazioni su consiglio dei suoi avvocati. La funzionaria, definita dai media locali come "decisa e senza mezzi termini", ha avviato nel 2020 le indagini per chiarire il caso di un adolescente di 16 anni spinto da un poliziotto dal ponte Pío Nono nel fiume Mapocho. La sua indagine ha portato all'arresto preventivo di uno degli agenti e a un procedimento contro gli altri agenti coinvolti per ostruzione alla giustizia. Tuttavia, questa settimana la difesa di Yáñez ha chiesto al procuratore nazionale, Ángel Valencia, l'ineleggibilità dell'investigatrice del caso nei suoi confronti e anche di Armandáriz, accusandoli di "ostilità, odio o rancore" nei confronti dei Carabineros. La richiesta non è ancora stata risposta. L'eventuale incriminazione di Yáñez ha provocato una reazione immediata dalla destra cilena. Il vicepresidente dei Democratici, Matías Walker, ha espresso il suo immediato sostegno al direttore dei Carabineros "senza esitazioni e senza alcun tipo di titubanza", sostenendo che questo sostegno è per il ruolo che l'istituzione svolge di fronte all'"assedio" della criminalità.

ARTICOLI CORRELATI

L'omicidio Allende e il ''Plan Condor'' della Cia, 50 anni fa il golpe in Cile

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos