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di Karim El Sadi - Video
Il nuovo video-denuncia di Our Voice contro gli omicidi e i sequestri di giovani argentini per mano della polizia durante il lockdown

C’è un brano degli “Hermética”, gruppo metal di Buenos Aires, che si intitola “Olvìdalo y volverà por más”. Tradotto: “Dimenticalo e tornerà più di prima”. Il riferimento è al pericolo, mai così attuale, che gli anni bui della dittatura Argentina (1976-1983) nei quali il Paese sprofondò nella morsa repressiva della giunta militare - e dissidenti politici, sindacalisti, studenti, e attivisti venivano sequestrati, torturati e uccisi - possano un giorno tornare. Il brano degli “Hermética” viene ripreso dal movimento culturale internazionale Our Voice che ieri, in occasione della Giornata internazionale delle vittime dei sequestri forzati in Argentina, ha diffuso un video di grande denuncia sociale e politica. Il messaggio lanciato da Our Voice, nello specifico dal giovane integrante argentino Nicolas Pereiro, è molto semplice: “Despierta, no podemos olvidar”. “Sveglia, non possiamo dimenticare”. In Argentina la democrazia, nonostante le politiche degli ultimi anni di alcuni governi e rappresentanti nostalgici del regime, è ufficialmente tornata da ormai 37 anni. Tuttavia, come spiega Nicolas, il ritorno del sistema democratico nel Paese non ha significato affatto la fine delle repressioni ai danni dei civili da parte degli organi di polizia o dell’esercito. Secondo i dati del CORREPI (Coordinatore contro la repressione della polizia e delle istituzioni), durante i mesi di lockdown in Argentina sono state registrate numerosissime denunce circa le violazioni contro la popolazione civile per mano delle forze di sicurezza argentine. In questo lasso di tempo, secondo CORREPI, sarebbero 92 gli argentini uccisi dagli agenti di polizia. E il 90% delle vittime, riporta Nicolas, sono tutte giovani. “Questo - viene sottolineato nel video - dimostra quanto sia utile impiegare forze dell'ordine per garantire il rispetto delle misure di isolamento”. “Perché l'introduzione di un nuovo reato (quello di violazione degli obblighi di quarantena, ndr) - aggiunge il componente di Our Voice Argentina - ha aumentato il numero di arresti arbitrari e torture nelle stazioni di polizia”. “Belle politiche statali!”, commenta ironico. Uno dei principali responsabili di queste gravi violazioni è il Ministro della Sicurezza dello Stato di Buenos Aires, Sergio Berni, colui che curiosamente, sottolinea Our Voice, si è scoperto avere il Coronavirus lo stesso giorno in cui è stato ritrovato il corpo di Facundo Castro in Bahia Blanca. Berni deve rispondere di molte delle morti per mano della polizia della Capitale. Tra queste 24 casi di “gatillo facil” (in spagnolo grilletto facile, ndr), 3 omicidi in stazioni di Polizia, 3 femminicidi e 2 sparizioni forzate. Quest’ultimo esplicitamente considerato crimine di lesa umanità in Argentina, come ricorda Nicolas leggendo un libro sulla cui copertina si trova stampata la scritta satirica: “Manuale delle leggi non applicate in Argentina”. Quelli appena riportati “non sono numeri, ma persone - afferma il giovane di Our Voice - sono progetti troncati, famiglie devastate”. Nel corso del filmato il movimento ha quindi ricordato alcuni di questi nomi. Per lo più ragazzi uccisi dallo stivale neo fascista e neo liberale delle forze di sicurezza argentine. Le stesse che rimpiangono gli anni del regime. Sono Jorge Julio Lopez, scomparso il 18 settembre 2006, caduto vittima di sparizione forzata e torture durante l'ultima dittatura militare. Scomparve giorni dopo aver testimoniato contro il suo torturatore Miguel Etchecolatz. Luciano Arruga, scomparso il 31 gennaio 2009, aveva 16 anni. Il suo corpo è stato trovato sepolto come "NN" nel cimitero di Chacharita. Santiago Maldonado (28 anni), scomparso 1° agosto 2017 dopo un'incursione della Gendarmeria. E’ stato trovato senza vita dopo 77 giorni il 17 ottobre 2017. Luis Alberto Espinoza (31 anni) scomparso il 15 maggio 2020, ucciso con un colpo di pistola al petto dopo atroci torture della polizia. Francisco Valentin Cruz (28 anni), trovato morto il 18 marzo di quest’anno in un pozzo a Florencio Varela. Ore prima, due poliziotti di Buenos Aires lo avevano caricato dentro un'auto di pattuglia. Facundo Astudillo Castro (23 anni). Fermato dalla Polizia di Buenos Aires perché accusato di aver violato la quarantena scompare il 30 aprile di quest’anno ed è tutt’ora disperso. Con la fine del lockdown per la pandemia “sono tornate le uscite con gli amici - dice Nicolas fissando la telecamera a fine video - è tornato il calcio, le serate. Ma loro ancora non sono tornati. Svegliati - conclude il giovane attivista - che il mondo sta girando e tu ci sei dentro!”.

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