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di AMDuemila
Cuba, Venezuela e Argentina denunciano golpe

Dopo settimane di tensioni e violenti scontri (3 morti e circa 500 feriti) il presidente boliviano Evo Morales ha rassegnato le dimissioni e ha lasciato la Capitale La Paz per recarsi nella regione di Cochabamba, non in Argentina come era stato riportato in principio da alcune voci. Da circa venti giorni parte della popolazione boliviana scende in strada per chiedere nuove elezioni in quanto si ritiene che i risultati di quelle dello scorso 20 ottobre, che hanno visto vincitore al primo turno lo stesso Morales, siano stati modificati a suo favore per consentirgli di essere confermato per la quarta volta alla presidenza. A segnare la svolta ieri è stato il rapporto dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) che ha ufficialmente riconosciuto i brogli: a quel punto l’ex leader dei cocaleros si è reso conto che era finita e ha annunciato le nuove elezioni. Infine la svolta decisiva. Dopo che la polizia si è schierata a fianco dei manifestanti anche l’esercito ha preso posizione chiedendogli ufficialmente di dimettersi. "Non ho ragioni per scappare, dato che non ho rubato nulla. Il mio peccato è essere indigeno, dirigente sindacale, 'cocalero’. - ha detto Morales - Essere indigeno, antimperialista e di sinistra è il nostro peccato… Se capiterà qualcosa a me e (al vicepresidente pure dimissionario Alvaro) Garcia Linera, sarà colpa di (Carlos) Mesa e Luis Ferdinando Camacho (il leader delle proteste, ndr)”. Camacho, leader delle proteste, è lo stesso che ore fa in un tweet ha annunciato la presenza di un mandato di cattura per il presidente, poi smentito dal comandante della polizia Vladimir Yuri Calderon. Morales nel suo discorso ha parlato a più riprese di un colpo di stato architettato nei suoi confronti. Ipotesi, questa, avallata anche da altri leader sudamericani. Secondo il capo di Stato di Cuba, Miguel Diaz-Canel, a La Paz c’è stato un attacco "violento e vigliacco" contro la democrazia. Sulla stessa linea il presidente venezuelano, Nicolas Maduro. "Condanniamo in modo categorico - ha fatto sapere il capo dello Stato via Twitter - il golpe contro il nostro fratello presidente". Alberto Fernandez, eletto alla guida dell'Argentina il mese scorso, ha denunciato invece la "violenza che ha impedito a Morales di concludere il suo mandato e alterato il processo elettorale".

Foto © AP Photo / Juan Karita

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