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sparatoria messico 500di Piero Innocenti
Continua la spirale di violenza in gran parte degli Stati messicani in quella che, a ragione, può definirsi una vera “macelleria” di persone. I fatti di cronaca si susseguono a ritmi talmente incalzanti che riesce difficile anche per i giornalisti più esperti dar conto di tutte le stragi e gli omicidi che avvengono nel paese. Il semplice elenco dei fatti di maggiore gravità degli ultimi due mesi possono aiutare a capire la drammaticità di quanto sta succedendo in Messico. Dopo che, settembre si era appena chiuso con 54 persone assassinate in 48 ore negli Stati di Sinaloa, Jalisco, Tabasco, Oaxaca e Tamaulipas e a Badiraguato, in un’imboscata ad un convoglio militare, cinque soldati erano rimasti uccisi e una decina feriti, ottobre era iniziato con l’omicidio, lungo la strada Merida-Cancun, di una settantaquattrenne che lavorava per la prestigiosa rivista National Geographic.
Il 10 ottobre, alla periferia di Veracruz, vengono trovati i cadaveri di sei uomini all’interno di un fuoristrada. Cinque giorni dopo, nella frazione Santiago Atepetlac della capitale, in un conflitto a fuoco vengono uccisi due malviventi mentre due agenti federali restano feriti. Il 18 ottobre, a Tlaquepaque (Jalisco) vengono arrestati un uomo e una donna ritenuti i componenti di una banda che aveva sequestrato sette persone, assassinandone una e mutilando delle mani le altre. Il magistrato parla di un regolamento di conti tra bande di spacciatori ( le vittime avrebbero fatto parte della manovalanza del cartello Jalisco Nueva Generation e sulla loro fronte era stata impressa la scritta “rateros” (topi).
Il 27 ottobre, in un motel di Chihuahua, un commando fa irruzione sparando contro un gruppo di persone nella hall. Il bilancio è di sei morti e due feriti. Il 29 ottobre viene ucciso con un colpo di pistola alla nuca il segretario del Sindacato Indipendente dei Lavoratori dell’Istruzione di Tabasco. Negli ultimi due giorni di ottobre, in episodi distinti, 27 persone vengono assassinate a Chihuahua. Tra questi delitti va segnalato il ritrovamento, sulla strada di Delicias, di quattro cadaveri di uomini, uno dei quali senza testa, con evidenti segni di torture. Novembre inizia con il ritrovamento, ad Acapulco, dei cadaveri di due militari scomparsi due giorni prima. Il giorno dei “morti” a Yautepec e a Tetecala de la Reforma, vengono recuperati i cadaveri di sei uomini tra cui quattro studenti universitari di Morelos.
Il 12 novembre, ad Atoyaca (Guerrero), vengono trovati in strada i corpi di tre uomini, uno dei quali fatto a pezzi. Altri tre cadaveri vengono localizzati ad Acapulco (tutti ammazzati a colpi di arma da fuoco) mentre a Zacatecas un gruppo di uomini armati fa irruzione in una casa uccidendo tre persone e ferendo due bambini di 14 e 7 anni.
Il 15 novembre, nei comuni di Miguel Aleman e Reynosa (Tamaulipas), quattro presunti malviventi restano uccisi in uno scontro a fuoco con militari della Marina impegnati nel controllo del territorio. Il 23 novembre, a Los Cabos (Bassa California), in tre episodi diversi, cinque persone vengono uccise e tre ferite (tra cui due bambini). Il 24 novembre, in un terreno conosciuto come Boludo nel municipio di Zitlala (Guerrero), in alcune fosse clandestine, vengono recuperati i resti di 32 cadaveri e sei teste umane. Due giorni dopo, ancora in una fossa alla periferia di Acapulco, i resti di tre cadaveri tra cui una donna. Arriviamo, così, a questi ultimi giorni, al 4 dicembre, con la polizia che recupera, su segnalazione anonima pervenuta al numero di emergenza 066, i cadaveri di otto uomini,senza testa e con evidenti segni di torture.
La vigilia dell’Immacolata Concezione è ancora drammatica con sette uomini uccisi in conflitti a fuoco tra bande di narcos a Mazatlan, tre cadaveri bruciati recuperati lungo la statale Villahermosa-Teapa  e cinque persone assassinate a colpi di arma da fuoco a Cuenca del Papaloapan (Oaxaca).
Il vero dramma è che non si riesce a scorgere alcuna via di uscita da questa mattanza che va avanti da anni in gran parte attribuibile alla lotta tra cartelli e gruppi di narcotrafficanti e delinquenti comuni.

Tratto da: liberainformazione.org

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