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La mamma Egidia: “La sua vita al servizio delle tante ingiustizie sparse per il mondo”

Cari amici, vi saluto con il cuore e con il cuore vi ringrazio per questo momento dedicato a Vittorio”. A parlare è Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, attivista, pacifista e giornalista rapito e ucciso brutalmente nella Striscia di Gaza il 15 aprile del 2011. A distanza di 12 anni la Egidia ricorda il figlio scomparso con un video in cui legge un messaggio per non essere tradita dall’emozione che ogni anno si fa sempre più grande, così come “il dolore che mi è compagno” che di anno in anno “si acutizza”.
“Restiamo umani”, è il motto di Vittorio Arrigoni, per gli amici “Vik”, diventato famoso in tutto il mondo e che ormai rappresenta le lotte dei popoli oppressi. Ha girato il mondo e la sua ultima tappa è stata la Striscia di Gaza, da cui scriveva reportage sullo stato di guerra e assedio che la popolazione palestinese viveva quotidianamente. Uno stato di apartheid.
Il 15 aprile per la mamma Egidia è una giornata unica, che “da 12 anni mi toglie il fiato”. “La solitudine si fa tanto profonda da incrinare le difese che ho così ben costruito. Ma ci siete voi e tutti coloro che mi fanno sentire l’affetto, la stima, il rimpianto di Vittorio. La sua voce ci manca”. A chi le chiede, specie in questi tempi crudeli, “come possiamo restare umani” lei invita a “riprendere in mano e scrutare la vita intera di Vittorio”. E non limitarsi al “Vittorio di Gaza da cui ci lanciava questo monito”, bensì “ripercorrere il suo cammino per comprendere che a quel ‘restiamo umani’ lui è arrivato dopo anni di ricerca interiore, di incontri con uomini, donne, bambini di ogni etnia, cultura, religione”.


beretta egidia video


Dopo aver sperimentato la cattiveria di alcuni, la solidarietà di molti, l’indifferenza dei più - ha detto -. Ogni esperienza vissuta intensamente in anni di viaggi, interiori e reali, ha reso il suo cuore e la sua mente permeabili ad ogni voce di disperazione, di speranza, di richiesta di soccorso. Lo ha reso più umano. La ricerca della giustizia che, come si diceva sempre nella nostra casa, ‘è madre e sorella della pace’ è stata il faro che lo ha guidato specialmente negli ultimi suoi anni, specialmente a Gaza”. Egidia ricorda poi le parole di Anna Maria Selini la quale ha raccolto le testimonianze di “Vik” proprio lì, a Gaza. “Era aprile 2009 e Vittorio le consegnò forse le sue parole più belle: ‘Restiamo umani è un invito a ricordarsi della natura dell’uomo. Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini, dalle longitudini, alla stessa famiglia che è la famiglia umana’. Parole pronunziate sotto le bombe, in mezzo alle bombe al fosforo bianco, fra le urla dei feriti a morte, raccogliendo i morti. Eppure, convinto della scelta della ‘non violenza’, della resistenza disarmata”. “Credo che da tutta la sua vita sia nato quel restiamo umani che ci interroga anche oggi quando altre bombe, altri morti, ci mostrano cosa l’uomo può fare all’uomo - ha continuato Egidia Beretta -. Possiamo farlo nostro ‘conservando nel cuore l’anelito alla giustizia e alla pace, anche quando intorno a noi l’umanità pare si perda’, come diceva Vittorio. Ho letto proprio in questi giorni ciò che un amico di Anna Maria Selini gli ha scritto su Facebook e queste parole le condivido con voi perché sono vere e belle: ‘Vittorio Arrigoni è stato secondo me uno degli esempi più belli del pacifismo attivo. Ha messo non solo il suo pensiero, ma anche la sua azione, il suo corpo, la sua vita al servizio delle tante ingiustizie sparse per il mondo”. “Ha abitato il mondo”, ha detto Egidia concludendo il videomessaggio con un “abbraccio affettuoso”.

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