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Messaggio sibillino dello stratega del presidente ucraino: violeremo i trattati internazionali, ma sarà da chiedersi se sia più o meno redditizio farlo

L’Ucraina potrebbe riottenere lo status di potenza nucleare entro pochi mesi. A dichiararlo è l’ex consigliere del capo dell'ufficio di Zelensky ed ex ufficiale dell’intelligence ucraina, Oleksiy Arestovych che in un’intervista con Vasily Golovanov si è lasciato andare a proiezioni apocalittiche sul possibile decorso della guerra.
Possiamo ripristinare le armi nucleari entro sei o nove mesi. Ma in questo modo violeremo il sistema dei trattati internazionali, per il cui rispetto ci battiamo. La domanda qui è se sia più redditizio per noi ottenere armi nucleari o rimanere un paese che dimostra un comportamento civile e rimanere nel quadro delle tendenze universali ed europee", ha affermato Arestovich, chiarendo che al momento il Paese non ne avrebbe bisogno.
Un messaggio sibillino, quello lanciato dallo stratega di Zelensky, dimessosi a seguito delle polemiche scoppiate per aver ipotizzato che, durante un attacco russo, un condominio a Dnipro, fosse stato colpito dai detriti di un razzo sparato dalla contraerea ucraina contro i missili di Mosca.
Affermazioni che senz’altro lasciano la questione tutt’altro che chiusa. D’altro canto il 19 febbraio 2022, 3 giorni prima dell’inizio delle ostilità, il presidente Zelensky alla Conferenza di Monaco aveva annunciato la sua intenzione di avviare un vertice dei paesi partecipanti al Memorandum di Budapest per rivedere lo status dell'Ucraina, che prevede, per l’appunto, la sua rinuncia alle armi nucleari.
Lo scorso 1° febbraio, l'ambasciatore ucraino in Germania Oleksiy Makeev aveva inoltre rivelato che Kiev aveva intenzione di avviare una discussione sul suo status nucleare per garantire la sicurezza nella regione.

Rischio bomba sporca: alcuni saccheggiatori avevano rubato materiale radioattivo da Chernobyl
Recentemente, inoltre, lo Stato maggiore della Federazione russa aveva evocato la possibilità che potrebbero essere state usate “le sostanze radioattive del combustibile nucleare esaurito della centrale nucleare di Chernobyl per costruire una bomba sporca”.
Un’ipotesi tutt’altro che vaga, se teniamo conto che pochi mesi fa, Anatolii Nosovskyi, direttore dell’Istituto per i problemi di sicurezza delle centrali nucleari (ISPNPP) a Kiev, in un’intervista pubblicata su Science, si era detto preoccupato circa la possibilità che materiale radioattivo sottratto presso il villaggio di Chernobyl sarebbe stato utilizzato, per fabbricare delle “bombe sporche” ad alto potenziale.
Nel caos dell’avanzata russa” - ha affermato Nosovskyi su Science – “saccheggiatori hanno fatto irruzione in un laboratorio di monitoraggio delle radiazioni nel villaggio di Chernobyl, apparentemente scappando con isotopi radioattivi usati per calibrare strumenti e pezzi di scorie radioattive che potrebbero essere mescolate con esplosivi convenzionali per formare le bombe sporche in grado di diffondere la contaminazione su una vasta area”.
Nosovskyi aveva aggiunto che l’ISPNPP ha un laboratorio separato a Chernobyl con materiali ancora più pericolosi: “Potenti sorgenti di radiazioni gamma e neutroni” utilizzate per testare i dispositivi, ma anche campioni intensamente radioattivi di materiale rimasto dalla fusione dell’Unità Quattro del sito nucleare. Nosovskyi aveva affermato di aver perso i contatti con il laboratorio, sostenendo che quindi “il destino di queste fonti… è sconosciuto”.

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