Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

8mila rifugiati costretti alla fuga

Si registrano disordini e violenze in Costa d'Avorio durante le manifestazioni di protesta contro il terzo mandato presidenziale di Alassane Ouattara. Diversi gli organi di stampa che confermano il dato di almeno dodici morti e decine di feriti.
A M'Batto, città di 30mila abitanti considerata roccaforte dell'opposizione (in particolare dell'ex premier e candidato alla presidenza Pascal Affi N'Guessan, arrestato la scorsa settimana con l'accusa di terrorismo e sedizione), una manifestazione è degenerata in scontri tra comunità locali agni e malinke, provocando tre morti e una trentina di feriti.
Secondo la prefettura, almeno altre sei persone sono state uccise l'altro ieri a Daoukro. Altre tre persone, sempre a causa degli scontri, sono decedute lunedì nella località di Elibou, a nord-ovest di Abidjan.
Proteste e tensioni sono state riportate anche a Yamoussoukro, ma non si hanno notizie di decessi.
Nel Paese - già segnato da violenze dopo le elezioni del 2010, che costarono la vita a 3.000 persone e costrinsero più di 300.000 a fuggire oltre confine in tutta la regione provocando più di un milione di sfollati interni - le contese politiche sfociano spesso nelle violenze etniche tra i diversi gruppi.
Le nuove violenze giungono nonostante i ripetuti appelli alla moderazione lanciati dagli attori regionali e internazionali.

Oltre 8mila in fuga
Intanto, secondo i dati dell'Unhcr, Agenzia Onu per i rifugiati, dopo gli scontri ottomila rifugiati ivoriani stanno cercando riparo nei Paesi confinanti.
L'Unhcr sta intensificando gli aiuti per timore che le continue violenze possano costringere un numero ulteriore di persone a fuggire dal Paese. Alla data del 9 novembre, risultavano più di 7.500 ivoriani fuggiti in Liberia con oltre il 60 per cento degli arrivi che era costituito da minori, dei quali alcuni giunti non accompagnati o separati dai genitori.
A questi si aggiungono anziani e donne incinte, la maggior parte con pochi effetti personali e quantità scarse o nulle di cibo e denaro.
Alcuni rifugiati ivoriani hanno riferito di come inizialmente sia stato loro impedito di lasciare il Paese e di essere stati costretti a trovare rotte alternative per fare ingresso nella vicina Liberia.
Ma non è quella l'unica frontiera che registra l'arrivo di profughi. Nei giorni scorsi, infatti, si è registrato l'arrivo di oltre 500 ivoriani anche in Ghana, Guinea, e Togo.

Dialogo aperto
Dopo l'arresto di Affi N'Guessan il clima è tesissimo. Per questo motivo Outattara nei giorni scorsi si è rivolto ad un altro volto dell'opposizione, rappresentato dall'ex presidente Henri Konan Bedié, considerato più moderato, per un confronto aperto.
Una proposta, quella di Ouattara di dialogare con Bedié che non è casuale.
L'ex Capo dello Stato (dal 1993 al 1999) ha in passato appoggiato Ouattara, al quale si era unito per il ballottaggio delle elezioni del 2010 contribuendo al successo elettorale. Solo successivamente, nel 2018, prese le distanze da certe posizioni.
Dopo la rottura divenne di fatto leader dell'opposizione promuovendo una "disobbedienza civile" intesa come protesta "non violenta". "L'arma che abbiamo per vincere è la disobbedienza civile. La disobbedienza civile non significa uno scontro armato. E' l'arma dei forti. Disobbedienza civile fa rima con non violenza", scriveva su Twitter nelle settimane che precedevano il voto.
Nella giornata di ieri si è diffusa la notizia che Badié avrebbe risposto positivamente alla proposta di dialogo del capo dello Stato. Ouattara aveva formalizzato il suo invito dopo l'annuncio con cui il Consiglio costituzionale aveva convalidato ufficialmente i risultati delle elezioni presidenziali dello scorso 31 ottobre, in base ai quali era stato rieletto con il 94,2 per cento dei voti. La speranza è che possa bastare per riportare serenità nel Paese ed evitare nuovi scontri.

Foto © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos