di Karim El Sadi - Video
Dopo 9 anni di assedio l’esercito arabo siriano è riuscito a strappare la città ai jihadisti.
Al Assad: “Preludio alla sconfitta totale, dobbiamo continuare a combattere”
Danzano i siriani. Cantano. Gridano di gioia. Dopo 9 anni di combattimenti serrati Aleppo, per gli arabi “Halab”, la città millenaria del nord della Siria, è stata completamente liberata dalla morsa jihadista. Dopo la riconquista della parte est di Aleppo, nel dicembre del 2016, ora l’esercito arabo siriano ha “bonificato” ufficialmente le ultime aree della città rimaste sotto il controllo dei terroristi, ponendo fine a una violentissima battaglia iniziata nel 2012. Secondo fonti provenienti dal campo, citate dal portale Al Masdar News, la vittoria dell'esercito siriano è arrivata ieri pomeriggio dopo la liberazione dei settori Layramoun e Kafr Hamra, rimasti per gran parte della guerra sotto il controllo dei jihadisti, i così detti “ribelli moderati” come li definisce l’occidente. Insieme a Kafr Hamra e Layramoun, l'esercito siriano ha preso anche il controllo di Anadan e Bayanoun, villaggi chiave situati sulla strategica autostrada 214 che porta alla città turca di Gazientep, da dove partivano i razzi che facevano strage di civili nelle zone governative. In totale sono 95 aree e 30, tra villaggi e municipalità, a Sud e a Ovest di Aleppo, sottratte al controllo dei terroristi.
Alla diffusione della notizia la popolazione è scesa in strada inondando i social di foto e video dei festeggiamenti. Immagini che nessuno dei maggiori telegiornali italiani ha ripreso. A riprova del fatto che questa vittoria non è in linea con la narrazione che i media mainstream vogliono far passare del conflitto e quindi dell’immagine del governo di Damasco, descritto più volte come “regime assassino”. Gli stessi media mainstream che in questi anni di guerra civile hanno portato avanti una campagna di “disinformazione” inenarrabile nei principali tabloid e schermi occidentali, camuffando la realtà dei fatti con la menzogna e viceversa, attraverso un lavoro certosino di filtraggio delle notizie. “Siamo pienamente consapevoli che questa liberazione non significa la fine della guerra - ha detto alla nazione il presidente Bashar Al Assad - non significa la caduta dei piani, la scomparsa del terrorismo, e non significa la resa dei nemici... Ma certamente significa continuare a fargli sentire il fiato addosso, come preludio alla sconfitta totale, prima o poi. Significa anche non riposare, ma prepararsi alle prossime battaglie, quindi la battaglia per la liberazione delle campagne di Aleppo e Idlib continua, a prescindere da alcune parole vacue provenienti da nord, così come la battaglia per liberare tutto il territorio siriano, schiacciare il terrorismo e stabilizzarsi”.