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Oggi, il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, è stato in visita in Messico. Ricevuto dal presidente del Paese latinoamericano, Andrés Manuel López Obrador.
Da questo incontro potrebbero venire fuori delle novità in merito al caso del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, attualmente detenuto nel Regno Unito e che rischia una possibile estradizione negli Stati Uniti.
Durante la sua conferenza stampa mattutina, López Obrador ha nuovamente sostenuto la liberazione dell'attivista australiano e ha messo in dubbio l'inerzia dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e della stampa internazionale di fronte a questo caso.
"Cos'hanno fatto all'ONU per Assange? Non è un prigioniero di coscienza? Non è in prigione per aver esercitato la libertà di espressione? È il prigioniero dei diritti alla libertà di espressione nel mondo. Dove sono le campagne dell'ONU, delle organizzazioni per i diritti umani? Dove sono i grandi giornali nazionali, i grandi media internazionali?" ha detto.
Il rappresentante ha ribadito che Assange è stato "lasciato solo" e ha poi definito il caso "una grande ingiustizia".
Attualmente si trovano in Messico John e Gabriel Shipton, rispettivamente padre e fratello di Assange, invitati da López Obrador per i festeggiamenti per l'Indipendenza. Domenica, i parenti di Assange hanno partecipato a una protesta dei ciclisti a Città del Messico per chiedere il rilascio di Assange. I ciclisti indossavano giubbotti gialli con la scritta "liberate Assange" e si sono mossi nella capitale messicana, fermandosi simbolicamente sotto le ambasciate americane e britanniche.
Al grido di "resisti", hanno espresso il loro sostegno e incoraggiamento al fondatore di WikiLeaks durante la protesta, che è stata organizzata dal Collettivo #24F Coalizione Vita e Libertà a Julian Assange.

Foto © Deb Photo

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