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russo-francesca-roberto-dagostino-ciancimino22 ottobre 2014
In merito agli articoli di stampa di stamattina, i legali di Massimo Ciancimino, avvocati Francesca Russo e Roberto D’Agostino (in foto), precisano che “non è stata data la vera e unica notizia della giornata di ieri: la caduta dell’art. 7 [l’aggravante di aver voluto favorire Cosa Nostra], che per noi era l’accusa più infamante e grave”. Un’accusa che il giudice ha ritenuto del tutto insussistente, rilevando che la mole di materiale agli atti nel fascicolo delle indagini preliminari così come la documentazione acquisita in udienza preliminare “non consentono di ritenere dimostrata, ed invero neppure di desumere, l’aggravante dell’art. 7 legge n. 203/1991”[…], “senza - leggiamo ancora nel decreto del gup - che agli atti vi sia alcun elemento che in qualche modo dimostri una certa contiguità, in tutti questi anni, tra la persona del Ciancimino e gli interessi di cosa nostra.” Gli articoli sono stati scritti sulla base di una memoria di parte, presentata dai legali di Gianni De Gennaro e non sulla base del provvedimento del Giudice.  Spiegano i legali di Ciancimino: “Il gup in realtà si è limitato, come spesso fanno i giudici, a disporre il rinvio a giudizio accogliendo senza commenti le richieste del pm, con l’eccezione dell’art. 7 su cui ha motivato. Per il resto dunque le accuse rimangono cristallizzate a quelle di quattro anni fa, quando nel dicembre 2010 il nostro assistito fu iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Caltanissetta.” Nessuna novità, dunque, nessuna bufala svelata, come improvvidamente titolano i principali quotidiani nazionali, l’unica novità è una parziale vittoria della difesa Ciancimino. Anche il riferimento che alcuni quotidiani fanno al documento falsificato è falso, in quanto per quell’episodio Massimo Ciancimino è già sotto processo davanti alla Corte di Assise di Palermo nel processo Trattativa, un episodio ancora tutto da chiarire, mentre a Caltanissetta risponde solo di alcune dichiarazioni.

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