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"In Italia bisognerebbe dare più spazio a un giornalismo in cui si parli più di fatti che di opinioni. È necessario fare un lavoro di squadra e svolgere inchieste investigative a livello internazionale. Ci sono dei lavori a cui non avrei mai potuto ambire se non mi fossi unita ad altri colleghi. In Italia c'è ancora un giornalismo individuale. Se alcune testate invece si uniscono per lavorare insieme si può crescere. È importante fare rete anche per abbattere il trionfo delle mafie e combatterle". Lo ha detto la giornalista d'inchiesta Floriana Bulfon che ieri ha ricevuto il premio Leali delle Notizie in memoria di Daphne Caruana Galizia, durante il Festival del giornalismo di Ronchi dei Legionari (Gorizia). La lotta contro la mafia, la libertà di stampa e di espressione e i giornalisti uccisi e minacciati sono stati i temi centrali della IX edizione del festival, chiuso ieri con 8mila presenze registrate. Ieri è stata inaugurata anche una panchina arancione dedicata a Mario Paciolla, morto in Colombia nel luglio del 2020 a 33 anni, e scoperta dai genitori Giuseppe Pacciolla e Anna Motta. La panchina si trova in via Roma e dialoga con la panchina gialla dedicata a Giulio Regeni e quella blu dedicata ad Antonio Megalizzi: "un simbolo di aggregazione - spiegano gli organizzatori del festival, l'associazione culturale Leali delle notizie - per ricordare le storie di questi tre giovani che hanno perso la vita e chiedere verità e giustizia sulla loro morte". "Dopo tre anni - ha detto Anna Motta - non sappiamo ancora cosa sia accaduto. Non solo dobbiamo sopportare la morte di Mario, ma anche tutti i depistaggi che sono stati creati ed è proprio per questo motivo che continueremo a batterci per chiedere verità e giustizia sulla morte di nostro figlio". Presenti i genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, il direttore di Articolo21 Stefano Corradino. 

Foto © Deb Photo

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