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Operazione “Platinum-Dia”: dal traffico internazionale di droga al nuovo assetto della ‘Ndrangheta in Sardegna

Dal carcere di Uta in provincia di Cagliari dove, a breve, arriveranno altri 92 capimafia, al malcontento largamente diffuso tra gli isolani per la scelta di quel territorio come luogo ideale per la detenzione di esponenti legati alla criminalità organizzata, si aggiunge un’altra notizia confermata dall’Antimafia e pubblicata dal quotidiano “L’Unione Sarda”: una delle più imponenti organizzazioni del narcotraffico al mondo avrebbe pianificato il trasferimento del suo baricentro dalla Sicilia alla Sardegna.

Partendo dalla maxi operazione condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia denominata “Platinum-Dia” che ha interessato la Sardegna insieme a Spagna e Germania, il giornalista de “L’Unione Sarda” Mauro Pili, ripercorre le vicende criminali che hanno visto la ‘Ndrangheta impegnata nel consolidare sul territorio sardo i proventi relativi al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Tutto ha inizio il 5 maggio dello scorso anno, quando la Dia intercetta una conversazione telefonica tra due esponenti della ‘Ndrangheta posizionati tra Sassari ed Alghero, uno in carcere e l’altro ai domiciliari.

Ritenuti dagli inquirenti come esponenti di primissimo piano, i due uomini, per le loro telefonate ritenute erroneamente al sicuro da ogni tipo di intercettazione, utilizzano apparecchiature costose e altamente performanti.

Le indagini dimostrerebbero come il clan di San Luca, dall’Aspromonte fino alla Sardegna, riuscissero a controllare un ampio ed imponente traffico di droga su scala internazionale.

All’operazione partecipano centinaia di uomini tra Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, tutti prontamente supportati dalla Polizia Criminale del Baden-Wurttemberg, dalla Polizia romena, spagnola e dall’unità speciale tedesca SEK.

Grazie alla sinergia delle varie forze di Polizia interessate, vengono arrestate 33 persone mentre altre 65 poste sotto indagine.

Dai verbali dell’Antimafia si apprende che il clan di San Luca “Aveva gettato le basi per aprire una nuova piazza di spaccio in Sardegna con l’intenzione di importare sull’isola e con cadenza mensile, ingenti quantitativi di stupefacente (circa 20 kg di cocaina, ndr), spostando di fatto il baricentro delle attività di spaccio gestite dallo stesso, dalla Sicilia alla Sardegna, ove creare una nuova e redditizia ‘piazza di spaccio’ sarda.”

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