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Al “Festival Trame” presentato l’ultimo libro del procuratore che lancia l’allarme su droghe sintetiche e sulle armi in Ucraina che potrebbero finire alle mafie

Il mondo delle droghe è un mondo in continua evoluzione. Muta, cambia. La nuova frontiera adesso sarà  la ‘cocaina rosa”’. A lanciare l’allarme è Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, intervenuto ieri sera al “Festival Trame” di Lamezia Terme dove ha presentato il suo libro “Fuori dai confini. La ‘Ndrangheta nel mondo” (ed. Mondadori). Il magistrato, interloquendo con il giornalista de La Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati ha spiegato i nuovi affari della ‘Ndrangheta nel mondo, in particolare quelli riguardanti la produzione e lo smercio di nuovi tipi di sostanze stupefacenti pronte a inondare le piazze europee come il Fentanyl, di cui parla nel suo libro, e la nuovissima “cocaina rosa”.


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Si tratta di una cocaina sintetica a costo bassissimo che si sta sperimentando in laboratorio in Bolivia, uno dei tre principali paesi produttori di cocaina insieme a Colombia e Perù”, ha spiegato. Gratteri ha messo in guardia rispetto alle difficoltà di rintracciamento di questa droga per il suo essere “inodore”. Non solo. Essendo una droga sintetica, ha spiegato ancora il procuratore, sarà ancora più facile produrla rispetto alla cocaina comune che si “estrae dalle foglie di coca” e che richiede “cicli climatici” per la produzione. Sempre sul tema delle droghe, Nicola Gratteri ha ricordato che “c’è un ritorno dell’eroina da un po’ di anni”. “Dopo la fine della guerra In Afghanistan, i talebani si sono attrezzati, hanno tonnellate di eroina e stanno inondando l’Europa di eroina ad un prezzo bassissimo, circa 25 euro al grammo, più o meno la metà del prezzo della cocaina”, ha spiegato.


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C’è un aumento del 2-3% di assuntori di eroina”. Inoltre, ha affermato, “stanno aumentando in modo notevole le droghe sintetiche, che possono essere fatte con sostanze vendute anche via internet. Ci sono importazioni via internet di precursori chimici in grado di realizzare droghe sintetiche, come succedeva in Cina o in Vietnam”. “Chiunque ha discrete conoscenze chimiche è in grado di costruire una droga”, ha detto il procuratore. “Ci sono chimici a disposizione delle organizzazione criminali che ogni settimana creano una droga nuova, colorata, con un nome accattivante. Questi hanno l’accortezza di modificare leggermente la combinazione chimica in modo tale da non essere compresa nelle tabelle dove si indicano quelle stupefacenti”.


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Sempre riguardo alle droghe sintetiche, Gratteri ha riportato al pubblico di “Trame” il caso dell’Argentina.
L’industria farmaceutica argentina ha bisogno di un milione e mezzo di chili di precursori chimici all’anno. Ma l’Argentina, da sola, ne importa ventuno milioni e mezzo. Che fine fanno gli altri? Finiscono in Amazzonia”. Quindi ha denunciato le multinazionali occidentali produttrici che in questo modo “finanziano le campagne elettorali di presidenti della repubblica in America Latina. Ci sono multinazionali europee e statunitensi che finanziano le campagne elettorali nei paesi a sud della Bolivia”, ha ribadito. “Questa è l’ipocrisia dei paesi occidentali che consentono che al loro interno ci siano società che producono precursori chimici che si sa già in partenza finiranno per finanziare i cartelli nella foresta amazzonica”.


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Che fine faranno le armi mandate all’Ucraina?
Altro aspetto affrontato ieri davanti a una pienissima Piazzetta San Domenico, è l’invio delle armi italiane all’Ucraina per difendersi dall’aggressione russa. Gratteri ha ribadito quanto più volte ha dichiarato in televisione come nei giornali, vale a dire il pericolo che queste armi finiscano nelle mani sbagliate una volta che questa guerra sarà finita.
Quando ero sostituto procuratore a Reggio Calabria e mi occupavo della Ndrangheta sulla fascia ionica. Diverse indagini ci hanno portato in Montenegro dove la ‘Ndrangheta andava a fare shopping di armi ed esplosivo al C4. Ricordo che erano prezzi veramente bassi. Nella testa di ogni famiglia c’era l’idea che la guerra sarebbe ritornata. Sotterravano le armi e in tempi di fame le hanno vendute per poter mangiare”, ha rammentato Gratteri. “Questa situazione che si verificò con la guerra in Bosnia si potrebbe verificare con la guerra in Ucraina”.


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Noi - ha ricordato ancora il procuratore - avevamo fatto indagini e avevamo scoperto che la Sacra Corona Unita prendeva armi in ex Jugoslavia e le barattava con la cocaina. Anche questa cosa potrebbe accadere in Ucraina”. Secondo il magistrato, “gli ucraini hanno diritto a difendersi però chi li aiuta, come l’Italia, deve tenere conto del fatto che l’Ucraina è un paese profondamente corrotto dove ci sono le mafie e le mafie ucraine sono in Europa. Possibile che non si possano tracciare queste armi? Per vedere se queste armi vengono utilizzate. Noi dobbiamo pensar anche al dopo. Chi fa politica deve avere una visione del mondo non deve pensare dall’oggi al domani, deve porsi il problema della fine della guerra”, ha affermato. “Tutti si stanno preoccupando di mettere il cappello sulla sedia sulla ricostruzione dell’Ucraina quando ancora non sappiamo come e se finirà questa guerra. Si sta facendo un salto logico. Noi dobbiamo preoccuparci se queste armi saranno poi vendute alle mafie visto che le mafie italiane e sudamericane sono in contatto con le mafie dell’est europeo”, ha osservato.


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La 'Ndrangheta a Lamezia Terme
Tra gli altri temi affrontati, c’è il tema della presenza della ‘Ndrangheta a Lamezia Terme, dove per altro ha sede l’aula bunker realizzata ad oc, su volere del procuratore Gratteri, per consentire il celebrarsi del maxi processo “Rinascita-Scott” (per cui il magistrato in requisitoria ha già chiesto oltre 4000 anni di carcere agli imputati). “Qui a Lamezia ci sono stati dei delitti eccellenti”, ha ricordato Gratteri. “C’è stato per esempio l’omicidio di Salvatore Aversa, sovrintendente della Polizia di Stato che è stato ucciso in un momento molto particolare, in un momento di ‘Ndrangheta di ‘serie A’ in cui non c’era la compattezza e la potenza della polizia giudiziaria e della magistratura che ci sono adesso”. E quindi l’omicidio dei due netturbini Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte, avvenuto il 24 maggio 1991.


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In quel duplice omicidio sono stati fatti errori macroscopici”, ha ricordato ancora Gratteri. “Sempre qui a Lamezia è stato ucciso Francesco Ferlaino (il magistrato, ucciso il 3 luglio 1975, ndr), io ho letto tutti gli atti del processo Ferlaino perché mi interessava dal punto di vista storico”, ha affermato Gratteri. “Ferlaino era un massone e non voleva che nella massoneria entrasse la ‘Ndrangheta”. “A Lamezia - ha proseguito il procuratore - c’era una ‘Ndrangheta di ‘serie A’ collegata molto bene con la ‘Ndrangheta di San Luca, dove risiede il Crimine, quindi una ‘Ndrangheta che ha trattato alla pari con quella di Africo, di Piatì e Gioia Tauro”. “Nel corso di questi anni, però, prima che arrivassi a Catanzaro, i miei colleghi su Lamezia Terme hanno fatto dei lavori importanti. Ci sono stati una serie di collaboratori di giustizia, sono state fatte inchieste importanti, processi importanti e condanne che hanno retto sia in primo grado, che in appello, che in Cassazione”. “A Lamezia, quindi - ha riassunto Gratteri - non c’è una ‘Ndrangheta onnipotente come lo era prima”.




Foto © Deb Photo

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