Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Non sono un estimatore dei discorsi di Mattarella, specie quando sono fatti nel segno dell’ufficialità ,e quindi, necessariamente, per ottenere il consenso da tutte le parti politiche, spesso si trasformano in slalom banali dove si dice tutto e niente.  Questa volta, nel giorno della shoah, alcuni passaggi meritano condivisione, altri sono sotto il segno del rispetto delle scelte che accomunano gli stati europei e, con essi l’Italia e quindi non possono fare a meno di esprimere solidarietà a Israele  e confermare il suo diritto a difendersi.
E qui è il vero problema, ovvero che Israele non si sta difendendo, ma sta massacrando un intero popolo per vendicare la feroce strage  di Hamas, spacciando il suo intervento, come fatto sino ad oggi, per diritto alla difesa. Anche il tribunale dell’Aia, al quale il Sud Africa si è  rivolto con l’accusa di genocidio non ha voluto respingere tale accusa e si è al momento limitato a un generico avviso affinché Israele eviti, per l’appunto, atti di genocidio, senza però  invitare a un cessate il fuoco.
Al di là del ricordo per il dolore e per quanto i ‘giusti’, anche italiani, fecero per salvare dalla deportazione gli appartenenti alla comunità ebraica, ha detto Mattarella, "non si deve mai dimenticare che il nostro Paese, l’Italia, adottò durante il fascismoin un clima di complessiva indifferenza – le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei. Un portato inestinguibile di dolore, di sangue, di morte sul quale mai dovremo far calare il velo del silenzio”. E, a seguire, un invito ben preciso che non ammette  discussioni: “Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno stato”.
Segue il solito gioco delle tre carte, ovvero denunciare il risorgere dell’antisemitismo, con la subdola mistificazione, cui ricorrono Israele e i suoi alleati, tra ebrei e israeliani. Sono gli ebrei a essere stati vittime della Shoah, non gli israeliani, che allora non esistevano, e schierarsi con i Palestinesi non vuol dire essere a favore dell’antisemitismo, che è una forma di razzismo, ma riconoscere, come ben dice il Presidente, il diritto di un popolo ad avere un suo territorio in cui vivere. Qualsiasi commento sull’intelligenza di chi formula queste associazioni di fatti diversi è inutile. Tra parentesi va considerato che anche il sionismo, secondo una sentenza dell’ONU, è una dottrina razzista. Nel loro furore sacro i giornalisti televisivi italiani, seguendo veline opportunamente diffuse dal ministero degli interni, hanno aggiunto che nei vicino, o addirittura dentro un corteo filopalestinese c’erano militanti di estrema destra, quelli sì, autenticamente razzisti. Così il teorema è dimostrato.
Mattarella, dopo aver definito “antisemita” la strage del 7 ottobre, conclude: “Sentiamo crescere in noi, di giorno in giorno, l’angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di Hamas. L’angoscia sorge anche per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza. Tante donne e bambini”. Un’angoscia che riguarda “anzitutto per l’irrinunziabile rispetto dei diritti umani di ciascuno, ovunque. E anche perché una reazione con così drammatiche conseguenze sui civili, rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio”.
In non posso non fare cenno, come ha già fatto Pif a Radio Capital  all’ipocrita presenza del sindaco di Partinico e di qualche esponente della sua Giunta, alle manifestazioni organizzate sulla Shoah, dopo la sua scelta di confermare per il Liceo Scientifico il nome di Santi Savarino, firmatario delle leggi in  difesa della invincibile razza italica, rispetto alla degenerata razza ebraica, da cancellare dal resto della terra. Scriveva Giuseppe Fava che chiunque, qualsiasi siciliano che non si mobiliti e non protesti contro le basi americane e le armi che vi sono ammassate, potrà solo dire ai suoi figli: “Ti lascio in eredità i missili di Comiso”. A Partinico i genitori dei futuri figli che frequenteranno il Liceo, ma anche i loro figli  che oggi si sono stati zitti potranno solo dire: “Ti lascio in eredità il nome di Santi Savarino”. 

Tratto da: ilcompagno.it

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

A scuola di razzismo con Santi Savarino

Addio a Toni Negri ''uno dei 25 grandi pensatori del mondo intero''


Guerra senza pace

TAGS:

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos