“Vincerai anche questa sfida” è stato l’augurio di Giorgia Meloni al suo ministro della Difesa, ricoverato d’urgenza in ospedale per problemi di cuore.
Di “sfide” continua a parlare anche il vice presidente e ministro dei Trasporti Matteo Salvini e la sua si chiama ponte sullo stretto.
Tutto oggi sembra essere una “sfida”, o almeno così ci dicono politici e pubblicitari. La vita di miliardi di esseri umani è ridotta a “competizione” reciproca, ogni “cooperazione” è bandita. Il costruttore di ponti in cemento e acciaio si presenta ogni giorno nelle vesti del distruttore di ponti intesi come dialogo con l’altro, il diverso, il migrante. Egli continua ad offendere anche il popolo palestinese, paragonando i resistenti di Gaza ai nazisti e giustificando così i massacri dell’esercito israeliano. Non sono certo da meno i governanti di Israele che negano ogni spazio di dialogo con i palestinesi attraverso la negazione della loro umanità.
Per parte mia però auguro a Guido Crosetto di guarire, non di vincere “sfide” che nessuno gli ha lanciato e, mentre si trova ricoverato usufruendo di tutte le moderne terapie che i nostri ospedali offrono, di trovare il tempo per un piccolo pensiero a chi si trova nelle sue condizioni a Gaza. A quei malati palestinesi ricoverati nel Nasser Medical Complex di Khan Yunis, del quale l’esercito israeliano ha ordinato in questi giorni l’evacuazione. O di quei pazienti che si trovavano nelle sue condizioni quando l’esercito israeliano, lo scorso novembre, ha attaccato l’ospedale di al Shifa nel centro della città di Gaza. Forse potrebbe apprezzare il valore della pace e della cooperazione.
Foto @ Imagoeconomica

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- Walter Ferrari