Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il più grande calciatore italiano di tutti i tempi

Questo articolo, che riproponiamo ai nostri lettori, è stato scritto in data 23-01-2024.

Una notizia improvvisa, attorno alle 20 di ieri. Gigi Riva, Rombo di Tuono (così lo aveva battezzato Gianni Brera, uno dei maestri del giornalismo d’Italia), il campione della gente è morto all'età di 79 anni. Si è spento nel reparto di Cardiologia dell'ospedale San Michele di Cagliari dove era ricoverato dal giorno prima in seguito a un infarto accusato sabato mentre si trovava nella propria abitazione.
Mi fermo un attimo. Ho il ricordo di me, bambino a Floridia, in Provincia di Siracusa, che compravo le figurine Panini, sognando di trovare l'immagine di Riva il mio campione preferito. Non trovandolo mai una volta, pur di averlo, scambiai cento figurine di calciatori con uno dei miei compagni. Poco importava se finiva l'album prima di me. Io volevo il mio mito.
Sin da bambino, appassionato di calcio, sono sempre stato tifoso del Cagliari e quando giocavo in strada con i miei amici sognavo di essere lui.
Non mi sentivo affatto discriminato dai miei compagni che tifavano squadre come la Juventus (già al tempo “odiata”), l'Inter o il Milan. Mi rispettavano. Anche perché pure loro, da tifosi, sognavano Riva.
E' stato tre volte capocannoniere della serie A. La prima nel 1966-67 con 18 reti. E ancora nel 1968-69 (20 gol). Infine, con 21 sigilli, nella stagione 1969-70 quando riuscì nell'impresa titanica di trascinare il Cagliari e un'intera isola alla conquista di uno scudetto rimasto nella leggenda.




Con la nazionale italiana si laureò campione d’Europa nel 1968 e si presentò al Campionato del Mondo in Messico con lo score di 19 gol in 16 partite in azzurro. Segnò due gol nei quarti di finale e uno, con quel suo formidabile sinistro, nella storica semifinale contro la Germania Ovest (4-3). E' ancora oggi il miglior marcatore azzurro con 35 gol in 42 gare.
Ho ancora nelle orecchie la telecronaca di Nando Martellini che racconta la “Partita del secolo” dello stadio Azteca di Città del Messico. Rivera che serve Domenghini che da sinistra mette al centro e poi la gioia: “Riva, Riva, Riva, tiro... ed è gol... Riva... Riva ha segnato... 3-2 per l'Italia... sta per scadere il primo tempo supplementare... ha segnato Riva”. Sarà sempre lui ad abbracciare per primo Gianni Rivera dopo il gol del definitivo 4-3. Purtroppo quella Nazionale si schiantò in finale sul mostruoso Brasile di Pelé e dei fenomenali Jairzinho, Gerson, Tostao e Rivelino.
Se chiudo gli occhi mi ritornano in mente le sue giocate calcistiche, come la spettacolare rovesciata nella partita in trasferta contro il Vicenza. Uno dei gol più belli della carriera di “Rombo di Tuono” simbolo della cavalcata tricolore dei sardi.
O ancora il gol in tuffo contro la Germania dell'Est che ci portò proprio a quei Mondiali del Settanta.





Forse però, la giocata più bella Riva l'ha fatta quando ha rifiutato per tre volte il trasferimento nei grandi club del Nord. Disse “No, grazie” alle vagonate di soldi che offrivano gli Agnelli e i Moratti.
Addirittura a un miliardo di lire arrivò l'offerta dell'Avvocato. Niente da fare. Come ricordano oggi molti suoi ex compagni “riuscì ad avere la forza di non cedere e non rinunciare alla squadra del cuore”. Non era arroganza. Non voleva essere ingrato ed irriconoscente verso una città che lo aveva fatto diventare uomo e campione. Come lui stesso raccontò un giorno agli amici: "Ricordo una manifestazione per farmi restare. E ricordo un’anziana signora, lì, in mezzo ai tifosi. Non sapeva di calcio, ma sapeva che non avrei mai tradito. E fu anche quello a convincermi”.
Era una manifestazione d'amore per Cagliari, la città che lo aveva scelto quando giocava nel Legnano.
Una lezione di etica e di vita per tanti, non solo calciatori. So che è sempre difficile fare classifiche, perché ogni epoca ha i suoi campioni, ma per me è stato il più grande calciatore italiano di tutti i tempi. Se ne è andato in silenzio, con la sua solita ed immensa classe. Ed oggi tutti noi, che avremmo voluto essere lui, siamo tutti orfani di Gigi Riva.
   

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos