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Alessandro Orsini, docente di sociologia del terrorismo, ha illustrato in maniera efficace, con una disamina del fenomeno, ha spiegato l’orientalismo e l’islamofobia strisciante con cui alcuni dei principali quotidiani Italia stanno affrontando i fatti in corso in Palestina. Libero, Repubblica, il Giornale e il Foglio, hanno infatti pubblicato articoli in cui si sostiene che gli attacchi e le azioni di Hamas in Israele siano sintomo di un Islam che “odia l’Occidente e vorrebbe distruggerlo per introdurre la sharia nelle nostre democrazie”, scrive l’esperto su Il Fatto Quotidiano. “L’attacco di Hamas del 7 ottobre sarebbe un caso di odio contro l’Occidente. Una documentazione storica esorbitante mostra che la tesi dell’odio contro l’Occidente è il frutto di un capovolgimento paranoico della realtà storica”, sostiene Orsini. Del resto, afferma, “nessun popolo può crescere moralmente senza prendere coscienza dei propri pregiudizi”.

“Gli studi storici - spiega il docente - mostrano che il progetto di sostituire i valori dell’Islam con i valori dell’Occidente è un’idea dell’Europa e degli Stati Uniti. Le guerre illegali della Nato in Iraq del 2003 e in Libia del 2011 sono state condotte con lo scopo dichiarato di eliminare la cultura islamica in quei Paesi e sostituirla con la cultura occidentale e il sistema politico europeo. Lo slogan è stato: ‘Dobbiamo trasformare l’Iraq e la Libia in una democrazia occidentale’”. Di contro, afferma, “gli studi storici non mostrano che i Paesi islamici abbiano mosso guerra ai Paesi europei per sostituire i loro regimi laici con i regimi islamici. L’Iran non ha invaso la Francia per uccidere Macron o l’Italia per sostituire Giorgia Meloni con un ayatollah. Il fenomeno registrato negli ultimi secoli dagli storici non è l’islamizzazione dell’Occidente, bensì l’occidentalizzazione dell’Islam. È l’Islam che assume gli stili di vita occidentali sotto la spinta delle guerre dell’Occidente e del suo strapotere politico-economico. Gli attacchi che l’Occidente ha subito per mano di al Qaeda e dell’Isis non sono mai stati un tentativo di imporre i valori dell’Islam all’Occidente, bensì un tentativo di difendere l’Islam dalle guerre occidentali”, scrive Orsini.

“Al Qaeda e l’Isis in Iraq non esistevano sotto Saddam; sono nati come reazione nazionalista all’invasione americana. I militanti dell’Isis hanno realizzato le stragi in Europa per indurre i governi europei a cessare i bombardamenti contro le postazioni dell’Isis in Siria. Tutta la documentazione sul terrorismo mostra che è falso che la strage del Bataclan sia stata realizzata per porre fine alle libertà dell’Occidente. Gli attentati dell’Isis e di al Qaeda sono stati concepiti in funzione difensiva, cioè per arrestare l’occidentalizzazione dell’Islam e non per promuovere l’islamizzazione dell’Europa”. In questo senso, secondo Orsini, “i musulmani non odiano l’Occidente; odiano le bombe che l’Occidente sgancia su di loro. Hamas non ha concepito la strage del 7 ottobre per permettere alla Palestina di prendere il sopravvento sull’Occidente, ma per porre fine al sopravvento dell’Occidente sulla Palestina, dove una minoranza occidentale domina una maggioranza musulmana ridotta in condizioni inumane”. A detta del docente “viviamo nella menzogna e nel sonno della ragione. La tesi dell’odio dell’Islam contro l’Occidente è stata elaborata per nascondere l’odio dell’Occidente contro l’Islam e giustificare il massacro dei bambini musulmani in Iraq e a Gaza. Nel 1996, Lesley Stahl chiese a Madeleine Albright: ‘Le sanzioni americane hanno causato la morte di 500.000 bambini iracheni, più della bomba atomica. Ne è valsa la pena?’. Albright, segretaria di Stato americano nel 1997, rispose: ‘Sì, ne è valsa la pena’. Se la Casa Bianca ritiene lecito causare la morte di mezzo milione di bimbi iracheni, perché dovrebbe trovare illecito contribuire all’uccisione di un milione di bimbi palestinesi?”.

Foto © Roberto Pisana

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