“Il massacro a Gaza è una scelta strategica di Israele, che non si preoccupa dell’opinione pubblica internazionale”. Non usa giri di parole il professore Alessandro Orsini per descrivere il genocidio in corso nella Striscia di Gaza a danno della popolazione palestinese. Questa mattina sul “Fatto”, il docente è tornato ad analizzare l’assedio israeliano nella regione.
“Le statistiche di guerra mostrano che Israele usa la punizione collettiva con sollecitudine, come Netanyahu ha dichiarato in un ‘leak’ che risale al 2001 rilanciato dall’emittente Trt World - scrive -. Netanyahu spiega due cose in questo video. La prima è che Israele reagisce smisuratamente contro i gruppi palestinesi che si battono per la liberazione dei loro territori in maniera intenzionale; la seconda è che Israele si fa beffe delle reazioni indignate della comunità internazionale. Netanyahu elogia la sua capacità di prendersi gioco del diritto internazionale e delle organizzazioni che lo rappresentano. Quando i presenti replicano che dovrebbe stare attento perché le sue azioni sproporzionate potrebbero provocare una condanna da parte della Casa Bianca, Netanyahu replica di essere abilissimo a ‘manovrare’ i presidenti americani perché ‘l’80% degli americani è con Israele’”. A distanza di oltre vent’anni, quel video dimostra che ciò che sta avvenendo a Gaza “è l’applicazione di una strategia di Stato consolidata da decenni”, sottolinea Orsini.
Nella sua analisi del conflitto, il professore si è rifatto a quanto accaduti in Libano e nella Striscia di Gaza dopo che nel luglio 2006 Hezbollah rapì due soldati israeliani. “Quando i fumi della battaglia si diradarono, ampie parti di Gaza e del Libano erano state ridotte in macerie. Bombardamenti e cannoneggiamenti intensivi avevano raso al suolo infrastrutture di importanza vitale sia in Libano, sia nella Striscia di Gaza – dai ponti alle strade, dalle centrali elettriche agli aeroporti, ai depositi di carburante – e costretto 3.500 palestinesi, e circa un milione di libanesi, ad abbandonare le loro case”, sottolinea Orsini richiamando le parole dello storico James L. Gelvin. “Israele ha cercato di ottenere la liberazione di due soldati con la semi-distruzione di Gaza e del Libano - spiega -. L’opinione pubblica internazionale si è sempre indignata per i bombardamenti contro i palestinesi, ma questa indignazione non si è mai tradotta in decisioni politiche, perché la Casa Bianca e la Commissione europea coprono i crimini contro l’umanità d’Israele. L’indignazione popolare si ferma davanti alla porta del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove Biden usa il veto per difendere tutti i crimini d’Israele”.
Per il professore l’indignazione, per non essere vana, deve tradursi in azioni politiche concrete. “Israele non paga mai alcun prezzo per i suoi crimini contro l’umanità. Ecco perché li ripete di continuo - evidenzia -. La vicepremier del Belgio, Petra De Sutter, ha chiesto di colpire Israele con le sanzioni come ha fatto con la Russia, ma Ursula von der Leyen esecra una simile proposta. La vicepremier del Belgio ha reso evidente che il massacro di Gaza gode della copertura politica dell’Europa. Le dobbiamo gratitudine”.
Foto © Roberto Pisana
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