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Fanpage
intervista il senatore M5S, già magistrato, su giustizia, magistratura e politica

Se vogliamo capire come si muove questo Governo non dobbiamo esaminare le sue iniziative una alla volta, ma vederle nel loro insieme. E allora vediamo che si ricostruisce un disegno organico e complessivo di costruzione di un sistema penale oligarchico e classista, che è pugno di ferro per i delitti della gente comune, e guanti gialli di velluto per i reati dei colletti bianchi”. Così il senatore M5S Roberto Scarpinato, intervistato nei giorni scorsi da Fanpage sul bilancio del governo Meloni ad un anno dal suo insediamento. In particolare, l’ex procuratore generale di Palermo ha analizzato le manovre, le riforme e i progetti che orbitano attorno alla Giustizia in Italia. Stilandone un bilancio preoccupante.

Stanno abolendo il reato di abuso d'ufficio che è l'abuso di potere. Tra il 1997 e il 2020 sono state emesse 3.600 sentenze di condanna definitiva per casi di abuso d'ufficio - ha sottolineato il senatore -. È un campionario di orrori di strumentalizzazione del potere pubblico per finalità affaristiche, nepotistiche, clientelari. Con questa riforma quello che accadrà è che tutte queste persone che hanno abusato del loro potere violentato il loro ufficio pubblico, la loro condanna dovrà essere cancellata e questo Stato dovrà chiedere loro scusa e per il futuro legalizziamo l'abuso d'ufficio. E quindi l'uso patronale, clientelare, anche nel caso in cui esista un interesse privato in atto d'ufficio e ci sia un conflitto di interesse”.

Prima ancora che si insediasse il Governo Meloni, Scarpinato ha sempre denunciato i pericoli che si celavano dietro questo tipo di orientamento politico che ora governa la maggioranza del Parlamento. “Il loro chiodo fisso è che i reati di corruzione non sono reati gravi. Questo lo dicono espressamente - ha aggiunto -. Il che ha delle conseguenze perché soltanto per i reati gravi si possono fare determinate intercettazioni, soltanto per reati gravi non c'è l'ammissione ai benefici penitenziari. Quindi, declassando la corruzione a reato non grave, non si possono fare certi arresti, non si possono fare intercettazioni. Cosa temono? Nei reati di corruzione l'omertà dei colletti bianchi è più ferrea di quella dei mafiosi. Loro non si accusano, testi non se ne trovano perché hanno paura, sono specialisti delle carte a posto, cioè i documenti sono sempre a posto, l'unica cosa che temono sono le microspie delle intercettazioni. E quindi la battaglia è per eliminare questo strumento, che evidentemente è quello che li coglie con le mani nel sacco”.

Non è la prima volta che Scarpinato accusa questo governo di essere nemico della Costituzione. “È sorretto da forze di maggioranza che sono epigoni eredi di forze politiche che hanno sempre vissuto la Costituzione come un corpo estraneo - ha spiegato -. Non l'hanno mai accettata e l'hanno subita. Mi riferisco ai neofascisti, cioè ai reduci della Repubblica di Salò o del fascismo. In passato i neofascisti hanno tentato di abbattere la Costituzione instaurando una Repubblica presidenziali con colpi di Stato e stragi. Uno dei protagonisti di questa stagione di cultura anticostituzionale è stato Pino Rauti, che Giorgia Meloni ha messo nel suo Empireo, nel suo album di figure di riferimento. Forza Italia è stata fondata da Silvio Berlusconi che aveva una concezione padronale del potere pubblico, che è entrato in politica per difendere le sue aziende e che definiva la Costituzione vecchia, comunista, arretrata. La Lega non solo è lontana dalla Costituzione ma addirittura è quasi antirisorgimentale perché con l'autonomia differenziata vuole la balcanizzazione d'Italia, la distruzione e disarticolazione dell'unità nazionale. Quindi, il ritorno alle piccole Regioni. Queste culture, anti o a-costituzionali, non vogliono la separazione dei poteri, bensì un governo che ha l'iniziativa legislativa che controlli il potere esecutivo, che controlla i servizi segreti, che controlli la Rai”.

Scarpinato ha nuovamente lanciato un allarme sulla fase critica che la democrazia sta vivendo: “Siamo a rischio”. “Dopo la caduta del Muro di Berlino i colpi di Stato non si fanno più con i carri armati. Vengono fatti da leader che sono eletti democraticamente e una volta che sono eletti cominciano a fare delle leggi che cambiano l'ordinamento - ha concluso -. La prima cosa che fanno è abolire la divisione e il bilanciamento dei poteri e concentrarli tutti - esecutivo, legislativo e giudiziario - in una piramide al vertice. Si vuole mettere sotto controllo la magistratura, la libera stampa, chiudendo tutte le voci di dissenso. L'Italia rischia di diventare un laboratorio europeo della nuova democratura, cioè della democrazia che degenera in una oligarchia verticistica e censitaria. Il progetto di lungo periodo è di risolvere il problema una volta per tutte, cambiando la Costituzione. Per esempio, vogliono cambiare la composizione del Csm, l'organo dell'autogoverno, che attualmente è composto per due terzi da magistrati e per un terzo da politici. Vogliono portare le quote dei politici al 50%, per aumentare l'influenza dei politici sulla magistratura”.

Fonte: fanpage.it

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