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Tescaroli: “Nostro ufficio è grato a Nannucci, sarebbe stato preferibile che l’avvicendamento non avvenisse ad indagini in corso”

Il superpoliziotto Francesco Nannucci (in foto), noto investigatore antimafia che ha indagato a lungo sui rapporti economici tra Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, dovrà lasciare l’ufficio a Firenze interrompendo, pertanto, il rapporto di collaborazione con la Dda impegnata nell’inchiesta sulle stragi del ’93. Il capo centro della Dia di Firenze è stato infatti trasferito a Lucca come vicario del questore dopo che il Dipartimento di pubblica sicurezza ha deciso di non prorogargli il mandato (che scadeva proprio in questi giorni). Al suo posto, da lunedì, come riporta La Repubblica, si è insediato il colonnello dei carabinieri Alfonso Pannone. In questo modo l’inchiesta condotta dalla procura di Firenze sui mandanti occulti delle stragi perde una risorsa importante che soprattutto in questo ultimo anno ha offerto un contributo importantissimo nelle indagini.
Due mesi fa, per esempio, erano scattate perquisizioni a carico di Marcello Dell’Utri, anche per via di alcune intercettazioni che avrebbero documentato il patto di ferro - accompagnato da abbondanti elargizioni di denaro - tra l’ex senatore e l’ex premier.
Nannucci ha commentato il trasferimento dicendo essere solo “normale avvicendamento a conclusione del mandato”.
Il procuratore aggiunto Luca Tescaroli, titolare dell’inchiesta sulle stragi insieme con il procuratore facente funzioni Luca Turco e il pm Lorenzo Gestri, ha manifestato il suo disappunto. “Posso solo esprimere la gratitudine del nostro ufficio per il contributo che ha dato in questi anni, certo sarebbe stato preferibile che l’avvicendamento avvenisse in una fase successiva, e non mentre le indagini sono ancora in corso. Ci auguriamo che chi verrà dopo di lui possa fornire lo stesso tipo collaborazione, anche se ci rendiamo conto che non sia semplice per chi viene da fuori entrare in una indagine così complessa. Non spetta a noi decidere su questi temi, possiamo solo prendere atto della decisione. A Nannucci - ha concluso - va il mio ringraziamento anche per l’impegno che ha riversato per potenziare le attività legate alle misure di prevenzione”.


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Il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli © Paolo Bassani


Chi è Francesco Nannucci
L’ex capo centro della Dia Nannucci ha diretto nel corso degli anni importanti inchieste in tema mafia. Da capo della squadra mobile di Prato (incarico ricoperto fino al 2018) ha diretto tra le altre l’indagine “China Truck”, la prima a rivelare i grandi traffici e i canali di riciclaggio della mafia cinese con base in Toscana. Nominato capo centro Dia, ha raccolto le sollecitazioni della procura e avviato un impressionante lavoro di ricerca a ritroso, riprendendo in mano vecchi fascicoli e testimonianze per valorizzare anche il più piccolo spunto, riporta La Repubblica. Il suo lavoro certosino ha consentito ai magistrati di aprire nuovi fronti, a partire proprio dal ruolo che pezzi deviati dello Stato avrebbero avuto nella strategia stragista di Cosa Nostra con le bombe di Roma, Firenze e Milano.
Tra gli atti firmati dall’ex capo centro Dia c’è anche un’informativa - depositata nei mesi scorsi - a corredo della relazione tecnica sui presunti “innesti finanziari” che tra febbraio 1977 e dicembre 1980 avrebbero dato vita alla Fininvest. L’informativa approfondisce un immenso flusso di denaro di 70 miliardi e mezzo di lire di origine non decifrabile, versati in gran parte in contanti e legati a una serie di acquisizioni di società (da parte della Fininvest) tutte ricapitalizzate pochi mesi prima della cessione per miliardi di lire, e i rapporti economici fra Berlusconi e lo stesso Dell’Utri. Si tratta, in questo caso, di versamenti per decine di milioni di euro (28 milioni solo dal 2012 al 2021, tra cui 20,9 milioni per comprare una villa di proprietà dell’ex senatore), senza apparente motivazione.
Nella sua nota, Nannucci aveva collegato quelle somme "a un riconoscimento anche morale, l'assolvimento di un debito non scritto”, per aver “pagato un prezzo connesso alla carcerazione, senza lasciarsi andare a coinvolgimenti di terzi". In questo contesto era spuntata anche una intercettazione a Miranda Ratti, moglie di Dell'Utri: “Ritiene di essere portatrice, e titolare, di veri e propri diritti economici verso Berlusconi”.
Sempre Nannucci e i suoi uomini avevano offerto una serie di spunti investigativi sulla possibile e ipotetica ‘compresenza’ di Marcello dell’Utri e dei boss stragisti di Brancaccio Giuseppe e Filippo Graviano nelle stesse zone nel 1993-94.
Si tratta delle regioni di Toscana, Lazio, Veneto e Sardegna. L’informativa risale al 16 marzo 2022 ed è un atto che non è stato depositato nel procedimento principale su Berlusconi e Dell’Utri (nel quale risultano indagati per le stragi del '93) ma in quello incidentale sulle perquisizioni ai fratelli di Giuseppe Graviano, non indagati.
I pm di Firenze Luca Turco e Luca Tescaroli avevano poi depositato questa informativa e altre carte al Tribunale del Riesame per sostenere i sequestri effettuati contro i fratelli non indagati.

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