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Dopo le parole del segretario generale della Nato che ha sostanzialmente esordito, dicendo che “penso che una soluzione potrebbe essere che l’Ucraina rinunci al territorio e ottenga in cambio l’adesione alla Nato”, il presidente Joe Biden si starebbe predisponendo alla trattativa tra Ucraina e Russia perché gli interessi Usa si sarebbero esauriti, ovvero: “1) separazione della Russia dall’Europa; 2) ampliamento della Nato da 30 a 32 membri scaricando sugli ucraini il costo della nuova espansione ai confini con la Russia; 3) indebolimento della Russia”. A scriverlo stamane nelle pagine de Il Fatto Quotidiano è il docente di Sociologia del terrorismo internazionale Alessandro Orsini. Secondo il professore, si tratterebbe di una proposta che il Cremlino non potrebbe accettare per vari motivi. Il primo, è che “Putin potrebbe marciare su Kiev e rovesciare Zelensky. È falso che Putin non assedi Kiev per mancanza di forze”. Inoltre, “nessuno Stato accetta come offerta una minaccia esistenziale che può scacciare con la forza - ha aggiunto Orsini -. Accettando l’Ucraina nella Nato, Putin autorizzerebbe gli Usa a riempire Zelensky di armi impressionanti: oggi gli F-16 che caricano testate nucleari e domani chissà cosa. Con l’Ucraina nella Nato, la sicurezza della Russia si troverebbe in una condizione peggiore di quella iniziale giacché un membro della Nato può ospitare le testate nucleari americane”. Il primo dovere di un capo di Stato, ha continuato, “non è eliminare le minacce esistenziali, bensì stroncarle sul nascere”. “Gli Stati Uniti non hanno atteso un attentato a New York per bombardare l’Isis in Siria. Era una minaccia potenziale e Obama l’ha schiacciata. L’Iran non ha intenzione di colpire Israele con le bombe atomiche, ma gli israeliani uccidono ugualmente gli ingegneri nucleari iraniani”, ha scritto. Infine, Orsini fa un paragone tra la minaccia che rappresentava al Qaeda in Afghanistan per gli Stati Uniti e “la minaccia esistenziale (maggiore, ndr) che la Nato in Ucraina pone alla Russia”. “Gli F-16 a Zelensky dimostrano che Biden decide quali armi possa avere l’Ucraina. Immaginiamo un Messico ferocemente antiamericano. Biden accetterebbe che sia armato dalla Cina a piacimento? Biden ha preteso che Meloni non rinnovasse gli accordi commerciali con la Cina perché li considera una minaccia agli interessi americani. Se Biden non accetta il 5G cinese in Italia, potrebbe accettare i caccia cinesi in Messico?”, ha continuato Orsini.
In conclusione, Orsini intravede un pericolo nell’ampliamento dei Paesi membri della Nato, specie per quelli limitrofi al confine russo. Ad esempio, la Finlandia, il cui ingresso nell’Alleanza “non elimina il pericolo della guerra con la Russia. Se la Finlandia si armerà al punto da minacciare la sicurezza nazionale della Russia, la Russia avendo le forze necessarie attaccherà la Finlandia anche se fa parte della Nato - ha continuato -. L’idea che un Paese diventi inattaccabile quando entra nella Nato è una fantasia infantile onnipotente. Peraltro, la Nato sta già applicando l’articolo 5 all’Ucraina che cade ugualmente a pezzi. Per capire come uscire da una guerra occorre capire perché sia scoppiata (spiegazione causale), quale sia la sua funzione (spiegazione funzionale) e quale sia il suo fine (spiegazione teleologica)”. Ma di tutto questo il mainstream non parla.

Foto © Imagoeconomica

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