Rigettata la delibera di M.I e Unicost. Di Matteo: “Dobbiamo avere il coraggio e la forza dell'approfondimento e della chiarezza”
Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha respinto con 14 voti contrari, 4 a favore e 6 astensioni, la delibera (avanzata da sei consiglieri togati appartenenti alle correnti di Magistratura Indipendente e Unicost) che chiedeva al Comitato di presidenza di assegnare alla commissione ''il compito di formulare i propri indirizzi in riferimento alla trattazione dei procedimenti connessi agli atti trasmessi dalla Procura della Repubblica di Perugia il 22 aprile 2020'' in merito al trattamento dei fascicoli aperti inerenti alle chat di Palamara.
Tra i contrari anche il consigliere togato del CSM Nino Di Matteo. “Dobbiamo avere il coraggio e la forza dell'approfondimento e della chiarezza senza limitare tra l’altro i nostri doverosi approfondimenti alla sola valutazione della chat - ha detto -. Solo al rispetto di quei criteri di valutazione sostanziale e a quelle regole procedurali dobbiamo uniformaci”, ha continuato in merito al plenum.
Successivamente, il consigliere togato ha anche rimarcato che stabilire gli indirizzi generali sta diventando una “pericolosa abitudine in tanti campi e perfino nell’attività strettamente giudiziaria”. La proposta di delibera, inoltre, avrebbe provocato “una sorta di (scusate il termine) commissariamento della prima commissione e dei margini di necessaria discrezionalità che sono funzionali al suo corretto operare”. Nino Di Matteo ha poi parlato delle possibili conseguenze della delibera stessa. Ad esempio, la perpetuazione delle “gravi opacità emerse da tutta la vicenda che conosciamo dalle indagini di Perugia e che non dobbiamo dimenticare, tanto meno troppo frettolosamente archiviare”. Trattasi di opacità “sulle quali dobbiamo avere il coraggio e la forza dell'approfondimento e della chiarezza senza limitare tra l'altro i nostri doverosi approfondimenti alla sola valutazione della chat. Ecco perché io ritengo che si debba votare contro l'approvazione di questa proposta e in tal senso esprimerò il mio voto”, ha concluso il magistrato.
Durante il plenum, inoltre, il presidente della prima commissione Elisabetta Chinaglia (di Area) ha fatto il punto della situazione in merito al lavoro svolto sulle posizioni dei magistrati coinvolti nelle vicende dell'ex consigliere Luca Palamara (di cui l'allontanamento del procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini), l’apertura del procedimento per cinque magistrati, l’ottenimento per altrettanti dell’archiviazione e l'apertura del procedimento disciplinare per altri quattro. Al contempo sono “meno di una ventina” gli altri casi presi in esame dalla commissione chiamata a valutare l'esistenza degli estremi per decretare un loro allontanamento delle sedi di riferimento o dalle mansioni che esercitano.
Secondo Concetta Grillo (aderente a Unicost), invece, i pericoli descritti da Di Matteo non esisterebbero poiché la proposta di delibera è stata mossa dall’esigenza di “assicurare parità di trattamento” tra i magistrati coinvolti nelle chat di Palamara.
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